— 138 — e contro gii Slavi nelle sue Conferenze, già fin da allora apparisse minacciata da una guerra di razze ferocissima, che il Canini paragonava a quella della Transilvania nel 1848-49. Ad ogni modo le indagini fatte dal Canini medesimo sui luoghi, aveano contribuito fortemente ad assodare, fra tanti altri, un fatto di grave importanza, cioè il nessun diritto dei Serbi e dei Greci di occuparsi di quelle provincie per ragion di razza; i primi perchè, come sopra si è dimostrato , non hanno ivi che una rappresentanza addirittura trascurabile; gli altri perchè, se ne hanno una, questa è tanto esigua, da non poter pretendere di pesare nè molto nè poco sui destini e sui futuri ordinamenti politici dì esse. In vero il Canini , che pur era un antico ed onesto filelleno, non nega che i Greci occupano solo i paesi lungo il mare e le piccole penisole macedoni; il che è più specificatamenle confermato dallo Schweiger-Lerchenfeld, il quale scrive: « La Macedonia contiene così pochi elementi greci nella popolazione, come nell’antichità, quando l’influenza ellenica non arrivava più in là del litorale. Non vi sono greci oggidì che intorno al golfo di Salonicco, compresa la penisola calcidica, e un piccolo territorio sullo Strimone inferiore, che si estende come una striscia sottilissima, e limitata quasi alla costa, fino al seno di Lagos. » Dal punto di vista religioso e confessionale la cosa si presenta però in modo del tutto diverso ; poiché non solo le varie nazionalità sono riconosciute dalla Porta in quanto che hanno un’ autorità religiosa costituita, che le rappresenti a Costantinopoli; ma, quel che più importa, nelle rudimentali statistiche turche, i seguaci eli una tale autorità, a qualunque razza essi appartengano, senza altro criterio vengono compresi nel numero di quella che ha rappresentanza religiosa nella capitale. Si sa, in vero, che le popolazioni cristiane della Turchia sono riconosciute e distinte nei nufus per fede, e che perciò i seguaci del Patriarcato ecumenico, di qualunque nazionalità essi siano, figurano senz’altro come rumi milet, cioè popolazione greca; mentre gli ascritti all’Esarcato bulgaro sono definiti bulgari milet-, e in fine che i credenti in Maometto sono tutti riguardati come facienti parte integrante della unità nazionale turca, consistente solo nell’unità della fede. In altri termini, come scrive Luigi Barzini, chi segue l’Esarca è sempre bulgaro, anche se parla albanese, e chi segue il Patriarca è sempre greco, qualunque sia la sua vera razza. Ma come non può seriamente passare per greco il cristiano che dipende dal Patriarcato ; così, a dire dell’ onorevole De Marinis, strenuo difensore dei nostri diritti, fra la eletta schiera di non pochi altri Deputati italiani , non è da ritenersi di nazionalità bulgara un cittadino residente in Macedonia, solo perchè accetta l’Esarcato bulgaro. Dalle stesse statistiche di fonte bulgara, fatte a scopo di propaganda in Europa, come quella dello Schupow, pur computando