— 498 — quello degli esteri propose l’iscrizione di crediti per l’istituzione d’ un consolato a Mitrovizza e per la creazione d’un addetto militare a Sofia, essendosi resi l’uno necessario per motivi d’ordine politico e d’interesse commerciale, e l’altro per la situazione incerta della penisola balkanica. « Queste due proposte, osservava la Tribuna, costituirebbero una nuova prova, se di nuove prove vi fosse stato bisogno, della tenacia e della continuità d’ azione della politica austro-ungarica nei balkani. Si può discutere intorno alle finalità pratiche di quella spinta verso Oriente che, insieme al quesito della possibile dislocazione dell’ attuale compagine dell’ impero austro-ungarico, costituisce uno dei maggiori problemi del tempo nostro. Ma certamente non è possibile disconoscere la forza che alla politica austroungarica deriva dalla continua sua tensione verso l’obbiettivo di mettersi in grado di raccogliere i maggiori frutti possibili da tutte quelle modificazioni della statica dell'Oriente europeo che si vanno elaborando. Gli errori commessi finora dalla politica italiana, rispetto a questa eventualità, non sono tutti irrimediabili. Le nuove armi pacifiche di cui si arma l’Austria-Ungheria per estendere nei Balkani là propria influenza, possono insegnare anche a noi che vi è colà un largo campo aperto alla nostra attività , e che invano eleveremo lamentele nel giorno della prova, se avremmo ancora una volta seguita una linea di condotta seg'nata dalla pretesa che i terzi lavorino non per sè, ma per i nostri veri o presunti interessi. La lotta è specialmente d’influenza adesso , e la nostra non é per anco uscita dall’ ambito ristretto dei tentativi timidi e pudichi. » Le preoccupazioni crescevano in seguito alle dichiarazioni del ministro ungherese per la difesa nazionale, che volle giustificare alla Camera la chiamata della riserva, con la necessità di mantenere inalterato il contingente dell’ esercito in un momento in cui un’azione militare all’ estero poteva essere verosimile in primavera, essendo così incerta la situazione politica nella penisola balkanica, da contenere i germi di molte eventualità e sorprese; per cui, data la vicinanza dell’ Impero , sarebbe stata colpevole incuria il compromettere la compattezza dell’ esercito, senza far di tutto per impedire che le fiamme vicine non si spandessero su di esso , che era in grado di spegnere immediatamente lo incendio. Ispirata a criterii di diffidenza tanto giustificata, si svolse alla Camera italiana la discussione sulla politica estera, resa ancor più difficile nei rapporti coll’Austria per altri gravissimi motivi, come i fatti drdorosi d’ Innsbruk, a proposito dell'inaugurazione della Università italiana, dell’ affronto allora arrecato all’ illustre professore Angelo De Gubernatis, e delle violenze degli studenti tedeschi, forti della viltà del numero, come disse l’ou. Fradeletto, e per cui il capo del governo austriaco non ebbe una sola parola