— 405 — stituzione del denaro. Non essendo venuta alcuna risposta , Bu-harak effendi spedi tre dispacci direttamente al Baherqoi uell’Yl-diz. Ma quando seppe che nemmeno risposta era stata data ai quattrocento individui dei Kaza sopra cennati, comprese benissimo chi fosse l’autore dei furti e perdette ogni speranza. Non sapea dove riparare; poiché avea paura del Tartaro, ove mai fosse ritornato a Janina ; per il suo meglio quindi se ne andò in Tessaglia, donde, per mezzo di amici e di denaro , potè pacificarsi col Tartaro e poscia ritornare a casa. Non vogliamo intrattenerci a lungo sul fatto che il Mylazim di Filat, Sami Bey, cacciò in carcere i principali abitanti, dicendo: 0 pagate tante lire , o vi mando legati a Janina! In quella occasione perdettero la vita dieci cittadini e molti gendarmi. Fu mandato ivi in seguito un bimbash con grosso nerbo di truppe; vennero arrestate circa cento persone fra le più notabili e trascinate a Janina, dove le fecero marcire in carcere e le ridussero alla miseria. Peggio avvenne a Delvino, tanto che ivi, dopo vari combattimenti fra i gendarmi e la popolazione, fu anche ucciso Yysbash Shahin Effendi. A Va-lona recossi un certo Feiz Bey con due battaglioni , seminando il terrore ovunque trovasse scritti e libri in lingua albanese; arrestò ventiquattro fra i più cospicui cittadini e li mandò a Janina, dove alcuni, dopo d’essere stati spogliati d’ogni avere, furono rimessi in libertà ; altri si trovano ancora nelle carceri. A Berat mille individui di ogni kaza s’impadronirono del telegrafo e mossero querela al Sultano per i furti e per gli assassiuii di cui erano di continuo vittime. Accorse il Vali con molte truppe e li cacciò via dalla città... Quanto avrei da dire ancora! Ma non sono sufficienti le cose che fino ad ora ho dette, per provare che i Vali, i Mutessarif, i Capi della Gendarmeria commettono furti e rapine sotto l’ombra di Dio ?... » Nè più lieta era la condizione del vilayet di Scutari, dove il Vali e le altre autorità facevano più di quanto era necessario per accelerare la rivolta, di cui si ebbe un sintomo coll’ assalto che alcuni montanari diedero alla grande caserma attigua all’ ospedale militare, nei pressi di Fusila Shtoit e di Rusi ; come pure coll' abbattimento dei fili telegrafici e con altri fatti non meno eloquenti e bastevoli per dimostrare il malcontento generale. In tutta l’alta Albania, ritenendosi allora prossimo lo scoppio di una guerra, ognuno attendeva con ansia l’azione che l’Italia avrebbe spiegata in favore del popolo cui la legano tanti e così antichi vincoli di simpatia e di reciproco interesse; mentre non pochi segni di malumore contro Shakir Pascià e contro il Sultano dava la stessa popolazione maomettana di Scutari e mentre a Cettigne venivano trattenuti alcuni emissari di S. A. il Principe Aladro, largamente forniti... di bandieruole rosse, di ritratti e di proclami. A tener desta e viva l’agitazione in Albania, non solo contri-