— 328 — stesso tempo, da Vienna si credettero nel dovere d’ annunziare come, nell’atto che fra la Rumenia e la Turchia , per iniziativa del conte Bulow, correvano trattative di un’alleanza diretta contro tutti coloro che tendevano a turbare la pace in oriente, anche fra il Montenegro e la Bulgaria, per opera della Russia, a fine di neutralizzare gli effetti di quella turco-rumena, si fosse sul punto di conchiudere una convenzione segreta, alla quale avrebbe partecipato anche la Serbia, rientrata nelle grazie dello Czar , come apparve dal discorso della Corona alla Skupcina, che provocò la critica severa della stampa austriaca più autorevole, la quale si affrettò allora di notare come gl' interessi austriaci nei Balkani fossero abbastanza garentiti dall’accordo austro-russo, onde non v’ era alcun motivo di preoccuparsi per le naturali simpatie di razza e di religione che manifestavansi a Belgrado. La notizia di una probabile triplice balkanica trovò entusiasti-che accoglienze pressoi circoli panslavisti ingenui di Pietroburgo, come pure il progetto della ferrovia che , partendo dai confini russi, doveva giungere all’Adriatico; ma se lo Smiet e la Rossija allelujavano, gii org’ani governativi, malgrado il telegramma cortesissimo dello Czar, in risposta a quello collettivo speditogli dal Re di Serbia e dal Principe di Bulgaria da Nisch, in occasione del Capodanno ortodosso del 1901 , dichiaravansi scettici abbastanza intorno a Quella nuova combinazione politica, per le grandi difficoltà che vi si opponevano. Il Novoje Vremia la dichiarava una semplice congettura e le Novosti dicevanla un’ eco dell' antica idea della Lega balkanica, non potendo esser altro, dati gli antagonismi fra Serbia e Bulgaria, e fra Serbia e Montenegro. Naturalmente i portavoce del Governo trascuravano di far notare come un’alleanza di tal natura non potesse di sicuro trovar grazia a Pietroburgo, non solo per i motivi messi innanzi , ma più per il fatto che, in tal caso, gli Stati balkanici si sarebbero fortificati in guisa da sottrarsi definitivamente alla tutela della Gran Madre, e da rendere iuutili le equivoche tenerezze e gl'interessati favori che essa prodiga di consueto ora a questo e ora a quello, per tenerseli tutti avvinti con la speranza e col timore, per rendere antagonistici ed opposti i loro interessi , anche con la gelosia, allo scopo di lasciarli in uno stato di debolezza tale, che possa permetterle, quando che sia, d’inghiottirli tutti ad uno ad uno. Anche la Tribuna osservava che, ammesso pure che fra la Serbia e la Bulgaria ci potessero essere accordi sinceri, riusciva invece assai dubbio l’interesse del Montenegro ad unirsi a loro , non avendo mai il Montenegro nascoste le sue aspirazioni di riuscire alla costituzione d'una grande Serbia, come volle dimostrare allora anche il Figaro, dichiarandosi sicuro che il piccolo Stato, un giorno o l’altro, avrebbe fusi insieme gli Slavi dei Balkani, liberando l’Adriatico dalla dominazione austriaca.