- 183 — usi del paese, non giudicavano secóndo il diritto dell’Albania. Fu tenuta dai Capi un’ adunanza in proposito e venne spedito alla Porta un telegramma col quale si chiedeva la destituzione immediata dei maestri e dei giudici. Ma non si ebbe alcuna risposta, come pure rimasero senza risposta altri due telegrammi, coll’ultimo dei quali, indirizzato direttamente al Sultano, si ripetevano le medesime istanze e reclamavasi per giunta il richiamo del Governatore del mlayet, a scanso di possibili violenze. Allora gii Albanesi armata mano assalirono il Konak e vi penetrarono dopo breve combattimento, sicché il Vali si vide costretto a dichiarare che era pronto a dar corso ai reclami avanzati e licenziò subito, infatti, dodici fra i funzionari mal veduti. Tutto ciò, sebbene avesse destata una grande apprensione al-1’ Yldiz-Kiosk, si da costringere il Sultano ad ordinare ai comandanti del secondo e terzo corpo d'armata di mandar parecchi reggimenti sui luoghi, per tenere in rispetto gli Albanesi, non poteva assumere una grave importanza diplomatica, anche perchè l’Austria e la Russia , come abbiamo detto , non erano disposte allora di trarre profitto da episodi per altro assai comuni in Albania e che caratterizzano quasi i rapporti ordiuarii esistenti fra esse e il governo centrale. Per tanto, il giorno 2 dicembre, malgrado che in occasione del viag'gio del Principe Nicola a Costantinopoli, si fosse pochi mesi prima affermato che il Sultano non aveva mostrata alcuna difficoltà di cedere al Montenegro i suoi diritti sovrani sulla Bosnia-Erzegovina e magari su tutta 1’ Albania; il conte Goluchowski, alla commissione per gli affari esteri della Delegazione ung'herese, poteva assicurare che non vi era nulla da temere, neppure in un prossimo avvenire , dalla situazione politica allora esistente; sia per la Triplice Alleanza, garen-zia di pace e baluardo dell'equilibrio europeo ; sia per l’intimo accordo, sempre in vigore, fra l’Austria—Ungheria e la Russia, avente lo scopo di dare agli Stati balkanici piena garentia di completo sviluppo, finché le loro tendenze e le loro aspirazioni non fossero uscite dai limiti stabiliti dai trattati internazionali. «Nè l’Austria, nè la Russia, egli disse, si sono proposti degli scopi egoistici; ma esse hanno deciso di non dar adito ad aspirazioni interessate, pronte a combattere decisamente qualsiasi avventura che possa minacciare l’ordine e la pace, da qualunque parte venga. L’Austria, da parte sua, è lealmente interessata allo stretto mantenimento dell’ ordine e dello statu quo politico e territoriale in oriente ; e con pari lealtà fa ogni tentativo per appianare i dissidi che minacciano spesso la vita pacifica delle varie nazionalità dell Impero ottomano..Le benevole intenzioni del Sultano non sono eseguite ovunque dai funzionarii amministrativi con la stessa abilità e coscienza. Ciò proviene da difetti di originazzazione profondamente radicati e la cui estirpazione sarebbe nell’interesse della Turchia, onde le tendenze concilianti del Sultano possano produrre