— 30 — CAPITOLO IV. L’Albania dopo la rivoluzione greca. - Lega tra Veli Bey, Arslan Bey e Selihtar Poda. - Massacro di Monastir. - Ribellione di Mustafà di Scodra. - Rivolte di Scutari nel 1835-36. - Rivolta d’Ipek, Prisrend e Prishtina (1839). - Tentativi rivoluzionari di Tafil Buzi. - Rivolta dei Ciani (1847) e di tutta la Bassa Albania (1854). - Sedizione a Scutari. - Nuove repressioni, - Lega albano-greca (1862).-Agitazioni nel 1865 - Insurrezione dei Mirditi (1869). - Insurrezione dell’Erze-govina (1875). - Guerra serbo-turco-montenegrina (1876). - L’azione montene-grina. Armistizio. - Le pretese russe. - Iniziativa inglese per una Conferenza. -Garenzie richieste dalla Russia circa 1’ applicazione di riforme. - Illusioni. -Ottimismo di lor Salisbury. - Midhat Pascià e la Costituzione turca.-Conferenza di Costantinopoli. - Minacce russe. - Proposte turche. - Risultati negativi della Conferenza. - Circolari russe e turche. - Continuano le illusioni. - Destituiione ed esilio di Midhat Pascià. - Missione pacifica d’Igzatieff.-ProtocolIo di Londra-Tergiversazioni della Porta. - Ultimatum russo. - Circolare di Savfet Pascià. -Circolare del Principe Nicola, dopo le vane trattative d’accordo con la Turchia. Manifesto di guerra dello Czar - Inizio delle ostilità. - Protesta della Porta -Risposta di lord Derby alla circolare del Principe Gortciakoff. - Interessi inglesi. Interessi austriaci. Cessata la rivoluzione e costituitosi il nuovo regno della Grecia, gli Albanesi, che tanta parte aveano avuto in quegl’importantissimi avvenimenti, e che tanto si erano distinti fra le milizie turche o fra quelle rivoluzionarie, compiendo dall' una e dall’ altra parte meraviglie di valore , restarono con le armi in mano , in piena anarchia. I signorotti locali tentarono di unirsi, per mettere un freno alle bande che scorazzavano il paese saccheggiando, rubando ed uccidendo; ma tale unione riuscì vana ed efimera, per gl’ intrighi della Porta che, pur fingendo di approvarla, ma in vero temendo che potesse riuscire ad una lega nazionale contro il dominio musulmano, seppe destare la gelosia nel seno di essa, riducendola così aH’impotenza e quindi alla dissoluzione. Ma nel 1830 l’accordo fra Veli bey , comandante di Janina, Mezzovo, Arta e Prevesa, Arsalan bey, signore di Zeituni in Tessaglia e Selihtar Poda, pascià della media Albania, fu sul punto di liberare la Patria dal giogo turco. Accorreva a spegnere la nuova insurrezione Reshid pascià, il quale, secondato dai Greci, riusciva a sottomettere i ribelli al governo centrale. Ma perfido egli più che valoroso, volendo distruggere una buona volta i germi di future rivolte, finse di accordare una generale amnistia, e per solennizzare l’avvenuta conciliazione, invitò ad un banchetto, a Monastir, tutti i capi delle fare e i nobili della Toskaria. Furono preparate le mense nell’aperta campagna e la più grande allegria regnava fra i convenuti, quando Arslan bey si accorse che il sito veniva circondato da soldati. Ebbe appena il tempo di gridare a Veli: « Noi abbiamo mangiato del fango », che una fitta