— 32 — Il Sultano, in base ad antichi trattati, si rivolse ai Mirditi, per reprimere i ribelli; ma costoro si rifiutarono di prendere le armi contro i loro connazionali; mentre gli Hotti, sebbene tiepidamente, accolsero l’invito, e ciò valse a rendere inutile ogni tentativo. In quel torno di tempo Tafil Buzi preparava un altro movimento generale; ma il Governo ottomano lo prevenne in tempo, chiamando a Costantinopoli l’agitatore ed ivi tenendolo sotto assidua e stretta vigilanza. Nel 1847 si ribellarono i Ciami e sostennero per più mesi vigorosamente l'impeto del nemico; ma non avendo ricevuti dalla Grecia gli aiuti promessi, furono costretti a deporre le armi. Alla fine di gennaio del 1854, durante la guerra di Crimea, la bassa Albania, diede invano il segnale della riscossa, poiché anche questa volta fu ingannata dalla Grecia, non essendo accorsi di là che pochi volontarii, sotto il comando di Carmuyi, e l’albanese Zavella, ex ministro della guerra. Una sedizione scoppiata a Skutari, nello stesso anno, fu sedata per i buoni ufficii del console francese. Altri tentativi della bassa Albania furono repressi sempre, perchè il Governo g-reco, che li fomentava, riteneasi dal prestare al momento opportuno alcun valido soccorso. Eppure nel 1862 a Janina e a Durazzo si formò una lega Al-bano-greca, che in fatto non approdò a nulla, per quanto avesse lanciato, in data 15 luglio, questo Memorandum ai popoli cristiani. « Noi Albanesi, esaurita la pazienza, «stanchi delle mene diplomatiche, leviamo un’ultima volta lo stendardo di Skanderbeg, e decretiamo in nome di Dio e della volontà nazionale: 1.° L’armamento immediato degli Albanesi e delle legioni internazionali per l'emancipazione della Patria. 2.° Il ristabilimento della Religione di Cristo, nel cui nome si combatte. 3.° Un Principe eletto dalla volontà nazionale. 4.° Il libero scambio con tutti gli Stati. Pieni poteri sono dati ai nostri Comitati internazionali, per la esecuzione del presente decreto. Alla vigilia della nostra insurrezione, che riuscirà o alla realizzazione dei nostri diritti e delle nostre speranze, o allo sterminio totale dell’Albania, sottoponiamo questo Memorandum alla pubblica opinione, perchè ne consacri la legittimità. Popoli cristiani e liberi di Francia, d Inghilterra, di Grecia, di Russia, di Spagna, d’Italia, d’Austria, di Polonia, di Ungheria, del Montenegro, di Romania, la nostra causa è la vostra ! Come Prometeo alla rupe fatale, siete tutti legati alla Questione d’O-riente. Per tanto vi mandiamo g-li esuli nostri fratelli per serrarvi la mano ed invitarvi alla santa impresa della nostra emancipazione. Nessun popolo si è immolato sull’altare del Vangelo quanto