— 589 — nesi una secondaria importanza nella storia, come nota 1’ Hec-quard; sebbene, osserva egli, 1’ Albania abbia somministrato in ogni tempo insigni uomini alla Grecia antica, all’impero bizantino, ed infine sì alla Turchia, come alla Grecia moderna.» Del resto, i Consigli degli anziani, nel senso in cui parla Naim Beg, e tutto ciò che si può riferire ad una savia, prudente e perciò limitata e razionale autonomia amministrativa dei singoli comuni e delle singole provincie, può benissimo sussistere tanto sotto una illuminata Monarchia costituzionale, adattata nel modo più opportuno alle condizioni speciali deH’ambiente, quanto sotto un governo repubblicano , che però lascerebbe facile adito alle ambizioni, alle gelosie, alle gare e alle lotte più o meno aspre per la suprema magistratura, e che non sempre, in relazione ai tempi, allo stato di civiltà dei popoli e perfino alle condizioni di luogo, sono feconde di benefici effetti. Ma le difficoltà che alla costituzione di una Monarchia albanese oppone qualche solitario, per sue convinzioni, rispettabili sempre, allorché non siano il prodotto d’una coscienza inquinata da loschi fini, e che non si ha per nulla il dovere di condividere; e tanto meno quelle dei botoli vili venduti allo straniero, furono tenute nè gravi, nè degne di alcuna considerazione dalla Lega di Pris-rendi, che nel Memorandum di cui già si è detto, e delle cui parole ci siamo giovati talora nella trattazione di quest' ultima parte del nostro lavoro, dichiarava che l’Albania, essendo unica nazione per razza , per lingua, per tradizioni, per storia e per tutti gli elementi costitutivi dell' identità nazionale , ha diritto ad essere considerata, qual’è, come unico corpo e organizzata in forma unitaria, sotto unico governo uscente dalle stesse viscere del paese e sottoposto ad una Dinastia nazionale. Questo sarebbe, senza dubbio, l’ideale più perfetto da raggiungere, tanto più che, a dire del sodalizio medesimo, non manca in Albania una famiglia, e propriamente quella dei Principi della Mirdizia , che riscuota la simpatia universale, cara a tutti per tradizioni di glorie e di sventure nobilmente sofferte, e che potrebbe sollevare sui patrii monti l’aquila nera di Skanderbeg, e non quella austriaca, or tolta ad imprestito da qualche impostore. Ciò solo basterebbe a dimostrare come, a rigor di termini, non sia vero affatto che nessuna famiglia albanese è così rinomata e potente da poter aspirare al fastigio del trono; quand’ anche, senza alcun motivo plausibile, voglia ritenersi che ai discendenti veri e legittimi di Giorgio Kastriota, sol perchè essi non si sono curati mai e uon si curano affatto di satisfare le bramose canne di chi é avvezzo a vivere di espedienti più o meno vergognosi, debba essere impedito di poter interrompere la secolare prescrizione dei loro diritti ereditarii; prescrizione che alla loro prudente ed eccessiva modestia non dovrebbe permettersi più alcuno di rinfacciare, ove mai qualcuno di essi, come tutti del resto ne