— 49 — avéa solennemente proclamato il suo principe ), gettarsi invece sui porti e sui cantoni del nord dell’ alta Albania, Attribuendo questa occupazioni a ragioni militari, noi avevamo sperato che essa cesserebbe con la guerra e non attenterebbe menomamente ai nostri diritti nazionali. Disgraziatamente il Governo montenegrino si è lasciato trascinare a volere il possesso permanente del territorio .occupato ed anche delle tribù autonome, eh’esso non ha avuto la forza di conquistare e delle quali, non più che del territorio, nessuno aveva il diritto di disporre in suo favore. Esso ha persino cominciato a trattare gli Albanesi come se fossero già divenuti suoi Sudditi. Dei capi montenegrini non cessano di commettere ogni sorta di violenze e di rapine nel nostro paese, e tutti i giorni essi si abbandonano a nuovi eccessi. Siffatta condotta aggressiva e violenta e che non può venire giustificata dalla menoma provocazione dalla parte nostra, eccita fra noi un’indignazione profonda e generale. Sanguinose collisioni sono a temersi fra le truppe montenegrine e le popolazioni invase, e in tutta l’Albania già si leva il grido: Bisogna correre in aiuto dei nostri fratelli molestati e sfogliati ! Il Comitato centrale trova urgente d’ impedire una lotta fra due popoli che, pur troppo, ebbero occasione di misurare la loro forza e il valor loro e di evitare così nuovi pericoli per la pace d'Oriente. Il Comitato impiegherà tutti i suoi sforzi per difendere davanti all’opinione pubblica e alla diplomazia europèa i diritti della nazionalità albanese nell’alta Albania, come lo ha già fatto per la stessa ragione nell’ Epiro. Esso farà le più vive istanze presso la Sublime Porta e presso i gabinetti delle Grandi Potenze perchè* dissuadano il Governo montenegrino dalla sua ingiusta e pericolosa intrapresa. Però il Comitato crede nel tempo stesso di dovere esortare i capi e notabili, nonche tutti i buoni patriotti albanesi a fare il loro possibile per frenare l’impazienza, d’altronde ben legittima, dei loro fratelli e ispirar loro fiducia nell’ alta giustizia e benevolenza di S. M. I. il Sultano e degli altri Sovrani d’ Europa, i quali null’altro hanno certamente più a cuore che la tranquillità e la felicità di tutti i popoli d’Oriente. Noi desideriamo ardentemente di vivere in pace con tutti i nostri vicini del Montenegro e della Grecia, della Serbia e della Bulgaria. Non domandiamo, non ’cogliamo niente da loro; ma siamo fermamente risoluti a ben tenere ciò che è nostro. Si lasci dunque agli Albanesi la terra albanese! » Non si può per altro affermare che in quella occasione il Turco fosse ispirato da un'insolita tenerezza per gli Albanesi; chè anzi, il giorno dopo, le maggiori opposizioni circa l’autonomia amministrativa e ai privilegi dei Mirditi, sostenuti dal conte di Saint-Yallier, a nome dei plenipotenziarii dell’Austria e della Francia, furono fatte, oltre che da lord Salisbury, in ispecial modo da Mehemed Alì Pascià. 7