1 — 580 — e il modo di rinvigorire il sentimento nazionale, in guisa da sentirsi in grado oramai di sostenere un Principe e un governo proprio. Giusta un tal modo di vedere, non può arrecare alcuna meraviglia il fatto che Naim bey Frasliri annoveri anche fra gli amici degli Albanesi non solo la Russia che, a suo dire, non risparmia per essi nè le parole, nè gli aiuti,—il che si potrebbe desumere oggi dalle ultime notizie di passi fatti dal conte Lams-dorff per risolvere il problema orientale in una maniera felice per tutte le potenze ed in ispecie per la nazionalità albanese; — ma anche la stessa Austria, che è quanto dire! , nella considerazione che essa non può volere che gli Slavi della Serbia e della Bulgaria penetrino fin nel cuore dell’ Albania e che si estendano e si rafforzino maggiormente ; nell’ istessa maniera che la Russia non vuole e non può permettere che gli Slavi dei Balkani e tutte le altre nazionalità cadano sotto l’egemonia , o sotto il dominio diretto dell’ Austria. Veramente circa le intenzioni di quest’ultima avremmo ancora non poco da ridire, non essendo per nulla convinti che essa desideri solamente d' avere amico e collaboratore contro gli Slavi il valoroso popolo albanese, così come il nostro illustre scrittore crede che faccia con i Rumeni; ancor più perchè , per dirla col Chiara, priva di base etnologica, su cui riposa l’esistenza nazionale e il diritto pubblico moderno, 1’ Austria è costretta a invadere continuamente, è violentata dall’ urgenza della sua vita fittizia a procedere di conquista in conquista, e sempre più a slavizzarsi, col pretesto di essere una potenza civilizzatrice. Ma ad un giudizio del tutto contrario alle interessate illusioni di chi si permette fino ad oggi, in piena malafede, di attribuire ad essa deg'li scopi tutt’ altro che liberticidi, si riesce facilmente, ove pure, con non minor fondamento, voglia ritenersi che, a fine di coordinare l’idea del tornaconto al concetto dell’equilibrio fra le varie razze che ne costituiscono la popolazione disparata e multiforme, la Casa d’Absburgo , con la tendenza non mai nascosta di estendere il suo dominio da tutta la costa albanese all’Egeo, cerchi da un lato d’ impedire, almeno per qualche tempo, che i popoli soggetti, divisi da interessi opposti e da profonde antipatie; meditino sulla facile possibilità di rompere i vincoli artificiali di quell’ organismo burocratico che li tiene appena uniti insieme, e dall’altro lato pensi di corroborare gli elementi contrarii a quello slavo, già prevalente nell’impero, specie dopo l’occupazione della Bosnia e dell’ Erzegovina, che per tanto fu combattuta vivamente da parte degli Ungheresi. Nell’ un caso e nell’ altro a Vienna si ha tutto 1’ interesse di assorbire, di distruggere, di annullare politicamente 1’ Albania; mentre l’Inghilterra e la Francia, a causa della loro posizione geografica, non nutrono alcuna mira di conquista territoriale per conto proprio nella penisola balkanica, a parte il loro antico e