— -21 — voluto mettersi iu segreti accordi con lui, ma non vi era riuscito, gli rese sospetto il segretario, che, fug-gito alla capitale, fece sì che, richiamato per giustificarsi, Solimano fosse, per ordine del sultano, decapitato a Salonicco. Muhamet Drama-Alì ricevette ordine di recarsi a Larissa e Ismael Pacho Bey si preparò ad entrare in campagna. Contemporaneamente Pehlevan Baba pascià di Bulgaria, che era stato da poco nominato anche pascià di Lepanto, entrò nella Romelia, commettendo ogni sorta di abusi e di violenze, devastando tutti i paesi per i quali passava. La Tessaglia si sarebbe sollevata contro di lui, se non sopravveniva Drama-Alì, che fu accolto come liberatore a Larissa; sicché nacquero nell’esercito allestito contro di Alì Tebelen scissuse scandalose. Pehlevan continuò la sua marcia attraverso la Livadia, seminando il terrore e la distruzione. Yelì, che pur era valoroso, non credette di doverlo attendere a Lepanto e ritirossi a Janina, quasi nello stesso tempo che vi rientrava Muktar. CAPITOLO III. Continuazione dei cenni sulla vita di Ali Tebelen. La situazione di Alì era ben altro che disperata ; aveva fatto mettere in piede di guerra Ochrida, Avlona, Canina, Berat, Cleisura, Permet, Porto Panormo, Santi-Quaranta, Butroto, Delvino, Argiro-castro, Tebelen, Parga, Prevesa, Suli, Paramithia, Arta, i Cinque-pozzi, Janina e i suoi castelli; possedeva quattrocento cannoni di bronzo, settantadue mortai, oltre quaranta cannoni da campagna, settanta da montagna, moltissimi razzi alla Congrève, nonché le ordinarie munizioni e artiglierie del castello del lago di Janina. Si diede a fortificare questa città, sovrastando ai lavori egli stesso; tutti incorando, e or la fortunata ribellione di Mahmud di Scodra agli uni richiamando alla memoria, or agli altri quella di Paswend-Oglù, che pur ambedue erano stati dichiarati fermanly e cara (nero). Promise una costituzione, mandò emissarii, forniti di molto danaro, al Montenegro e indusse il Yladika ad attaccare Scodra, appena Mustai pascià si fosse attentato di muovere contro di lui; altri ne mandò nella Servia, in Bosnia, a Bukarest, a Salonicco, a Smirne, a Tenos, in Atene e nella Morea, per sollevare i popoli oppressi dalla tirannia turca; si mise in relazione con la Eteria, e traeva partito dagli eccessi di Pehlevan; mentre anche Drama-Alì disgustava con la suaburbanza quegli armatoli e quei cristiani che aveangli offerti i loro servigi. Alla fine di luglio 1’ esercito nemico giunse sul Vardar e le popolazioni insorsero contro Alì Tebelen. Mustai si mise in marcia a malincuore, perchè non voleva distrutta la potenza di lui, ma la desiderava solo attenuata, per non perdere egli stesso, se mai 1’ Epiro fosse domato dai Turchi, i privilegi che si era arrogati e che lo rendevano quasi