— 469 — ficiali greci offrono baldamente la loro spada al Sultano e il popolo greco applaude con entusiasmo, direi quasi applaude con otto mani, il Comitato greco-macedone lancia un proclama alle grandi potenze. Senza essere, a rigore del termine, una grande potenza, ho ricevuto aneli’ io il proclama. In esso si dice presso a poco questo: La Macedonia è greca; vi si parlano è vero delle lingue barbare, ma in fondo tutti i popoli macedoni sono greci puro sangue; 1’ unità etnica è assoluta; la voce che esistano in Macedonia degli slavi è una diceria tendenziosa, sparsa dalla mala fede della Bulgaria. Vi sono dei popoli, è vero, che credono sinceramente di essere slavi; ma essi s’ ingannano, sono greci. La Grecia perciò non potrà mai permettere che si attenti all’in-tegrità macedone, a questa grande integrità ellenica ; uè che alcuno, fondandosi siill’equivoco che esistano del Bulgari iu Macedonia, tenti d’imporre una supremazia bulgara. Perciò i greci, facendo riserve sui loro diritti per l’avvenire, si dichiararono per ora pronti a sostenere lo statu quo, aiutando la Turchia con ogni mezzo a combattere i bulgari. Seguono alcune meditazioni sulle glorie, sulle tradizioni, sulla civiltà, sulle arti elleniche, e infine un bel bollo rappresentante Minerva. Ah ! sacra Pallade antica, abbandoni così i tuoi figli ? La dea della saggezza non esce dal piccolo cerchio del bollo. I greci hanno perduta una bellissima occasione per starsene zitti, o per dire una parola di pace. L’ellenismo in Macedonia non farà un passo per queste manifestazioni filoturche, così poco dignitose a sei anni di distanza da Domokos, e perderà molte simpatie. Esse perpetuano, aggravandolo, il gran male macedone, la rivalità delle razze, male su cui la sag-ace potenza turca si basa. Il turco vive di quest’ odio... Ora i greci gli servono a battere i bulgari; come ieri i bulgari gii servirono a battere i greci... La famosa infiltrazione bulgara in Macedonia è stata approvata pienamente dalla Turchia e incoraggiata come mezzo per domare l’ellenismo. » Da allora s’incominciò a parlare d’un’intesa, anzi d’una vera alleanza greco-turca, e specialmente dopo la visita del Principe Cristoforo a Costantinopoli e dopo che il Multano impose al vali di Smirne di chiedere scusa al console greco Antonopulos, per un affronto arrecato al primo dragomanno. La turcofilia del gabinetto d’ Atene produsse, in ispecial modo, una disgustosa impressione a Londra e il Times se ne rese interpetre, provocando le ire e i risentimenti dell’Asty, dell’Akropolis e della Proja, la quale ultima, fra l’altro scrisse: « L’attitudine del governo greco e della nazione, in presenza delle atrocità che si commettono in Macedonia, é inappuntabile: è un’attitudine impostaci dai nostri interessi naturali, che noi conosciamo meglio del Times; è una attitudine imposta da un sentimento umanitario, perchè tutti hanno il dovere di protestare contro le barbarie perpetrate dalle orde di lupi affamati, che hanno invasa la Macedonia e che hanno