— 548 — A ciò si potrebbero aggiungere altri fatti, fra i quali non sono da preterire le violenze e i ferimenti, pur seguiti da morte, contro operai italiani a Gorizia, alla fine del mese di giugno, e sovra tutto, le proposte fatte, or non è molto, in via ufficiale, dal barone Kuhn de Kuhnefeld al governo montenegrino, mentre il Principe era a Ostrog, per le feste in onore di S. Basilio, che, sia detto per incidente, quest’ anno riuscirono più solenni che mai, anche per il largo concorso di pellegrini della Bosnia e del-l’Erzegovina, quasi in risposta a quelle austriache per il 25° anniversario dell’annessione di Spizza alla Dalmazia; proposte che, tendenti non solo alla costruzione del porto di Antivari, cou denaro del Governo di Vienna, ma anche a quella di una ferrovia da Spizza ad Antivari e da questa al lago di Scutari, salvo a prolungarla naturalmente sino a quest’ ultima città, per concessione già ottenuta, o prossima ad esserlo, da parte di Abul Ha-mid, furono respinte dal Montenegro, con sacrificio dei suoi interessi materiali e con vantaggio incalcolabile dell’ Albania. A proposito di ciò, Vico Mantegazza, il giorno 6 giugno, scriveva da Cettigne al Corriere della Sera-, « Io non so che valore, che portata possa avere avuto lo scambio d’idee avvenuto nel colloquio di Abbazia; ma ciò che avviene qui e iu Albania, mi conferma vieppiù nella impressione chè ebbi fino dal primo momento, che cioè si sia trattato anche questa volta di assicurazioni vaglie, come quelle, del resto, già date due anni fa al Prinetti per il mantenimento dello statu quo. Poiché mi pare troppo discutibile il diritto di fare delle ferrovie che hanno, oltre che quello commerciale , un carattere strategico, se un vero e proprio accordo ben defluito ci fosse per il mantenimeto dello statu quo. Un semplice sguardo dato alla carta, fa vedere come con questa ferrovia, la quale con un altro tratto da Spizza a Castelnuovo verrebbe collegata alle ferrovie strategiche costruite di recente nella Dalmazia meridionale, l’Austria diventerebbe assolutamente padrona dell’Albania. Con questa ferrovia e con l’altra linea, che sarà fra breve ultimata, da Serajevo a Salonicco per Uvaz , Mi-trovizza, Uskyp, l’Albania sarebbe investita da due parti, stretta da due ferrovie austro-ungariche, entrambe in diretta comunicazione con le linee dell’ Impero e per conseguenza, dal punto di vista economico e politico, completamente alle sue dipendenze, quasi una provincia austriaca. La nostra posizione qui nella Penisola balkanica sarebbe completamente perduta e svanita anche la possibilità di quella linea slavo-latina da Antivari al Danubio, a cui si pensa da gran tempo, come al solo mezzo di paralizzare, per lo meno di ostacolare un po’, l’avanzarsi del pangermauismo. La mossa fatta dall’Austria, mirando al Montenegro, ma più ancora ad investire completamente l’Albania, è cosa di per sé così grave , che di deliberato proposito , narrando quello che è acca-