— 452 — marsi agli ordini del Sultano, comminando la scomunica a coloro che non avrebbero obbedito, e 1’ Agenzia Bulgara, il giorno 16, scriveva: « La Porta ha notificato al governo bulgaro che, allo scopo di migliorare le relazioni fra la Turchia e la Bulgaria, ha deciso di non applicare alcuni provvedimenti che voleva prendere contro le bande, di liberare tutti i bulgari arrestati come sospetti, di ritirare una parte delle truppe concentrate alla frontiera, di congedare i battaglioni d’ilavé chiamati sotto le armi e di permettere la riapertura delle chiese e delle scuole bulgare chiuse in Macedonia. La Porta ha soggiunto che esige in contracambio dal governo bulgaro l’assicurazione e la prova delle sue intenzioni pacifiche. Il governo bulgaro'ha accolto col massimo favore le decisioni della Porta, ha dichiarato categoricamente che ha sempre desiderato di mantenere rapporti amichevoli con la Turchia ed ha stabilito di contromandare i provvedimenti militari che voleva prendere al confine. » Tranquillatesi così le cose, il Principe potè recarsi a Coburgo, per fare la consueta visita annuale alla tomba del padre; ma i giornali viennesi, d'accordo con la Stampa di Belgrado, malgrado molteplici smentite della corrispondenza ufficiosa Wilhelm, della Legazione bulgara di Parigi, del Times, dell’ Agenzia Bulgara, diedersi a spargere la voce che egli era fuggito dalla Bulgaria, forse per sempre , per essersi scoperta una congiura militare a Sofia e una Società segreta di uomini politici serbi e bulgari mirante a detronizzarlo, a fine di creare l’unione della Serbia e della Bulgaria sotto la dinastia dei Karageorgevich e di concludere una convenzione militare fra i due paesi. In sul proposito il ministro PopofF, mentre si trovava a Roma per il collaudo del monumento allo Czar liberatore, splendida opera d'arte dello scultore italiano Zocchi, e per intendersi col Governo intorno alla istituzione dell ’Agenzia diplomatica bulgara presso la Corte italiana, il giorno 2 agosto diceva a Belcredi della Tribuna : « Non spetta a me d’indicare il luogo dove si fucinano tutte queste infamie ; solo posso dire che si tratta d’artifici di polizia a disposizione d una diplomazia senza scrupoli, che nulla lascia d'intentato per creare degl’ imbarazzi. Quanto agli attacchi dei quali insistentemente è bersaglio il Prineipe Ferdinando, essi derivano dal fatto che egli governa parlamentarmente nell'interesse della Bulgaria e non di qualche altro paese; ciò che gii crea molti nemici, perchè in Oriente vi furono sempre degli ag’enti provocatori e perchè anche a qualcuno non dispiacerebbe di sollevare una questione che farebbe dimenticare avvenimenti più tristi..... La unione serbo-bulgara poi, con Pietro I a capo dei due eserciti, ha la stessa probabilità che avrebbe il caso contrario , cioè 1’ egemonia militare del Principe Ferdinando sui due paesi..... » Anche la stessa Vecerna Posta , cogliendo argomento da tali dicerie, scrisse delle crude ma grandi verità sull’azione perniciosa