— 240 - bania all’Adriatico. Fu sull’altipiano di Prishtina, a Kosovopolia, che nel 1389 la mezza-luna dei Turchi vinse la croce dei Serbi, e da quel momento tutto il versante occidentale dei Balkani, dal Danubio all’Adriatico ed all’Egeo, rimase in potere del Sultano. Splendido acquisto invero sarebbero per l’Austria l’Albania e la Macedonia. La Serbia, già fin da ora avvolta dall’impero, potrebbe entrare, con autonomia, propria nella grande federazione di nazionalità che costituisce l’impero degli Absburgo. E l’Austria si prolungherebbe da un lato giù nel bacino del Vardar fino al golfo di Salonicco: e dall’altro lato, dai monti versanti all’ Adriatico, lungo tutta la costa portuosa : e così da Dulcigno al golfo di Arta sventolerebbe sul canale di Otranto, di fronte all’ Italia, il vessillo giallo e nero. Dulcigno, Durazzo, Avlona, Chimara, Arta sull’Adriatico, diverrebbero ottimi porti di guerra e di commercio austriaci, e dal golfo di Venezia al Jonio completerebbero la lunga e magnifica linea di porti austriaca, stendendo le braccia all’Italia e rendendo austriaco il mare Adriatico. Da Avlona si ha comando sul canale d’Otranto, mentre gli abitanti delle coste albanesi offrono in abbondanza ottima carne per la marina, mentre l’interno fornisce ottimo legname da costruzioni navali. Da Venezia ad Otranto corrono su per giù 900 chilometri ; da Trieste ad Arta ne corrono circa 1200, col vantaggio incomparabile della costa molto più coperta da isole, molto più sinuosa o portuosa. Altra bellissima appendice per l’Austria sarà Salonicco, che attrae già ora tanta parte del commercio dell’Asia e che, dietro l’eccelso suo Olimpo, col magnifico golfo domina 1’ Egeo. Le reminiscenze classiche e medioevali sorg-ono dovunque e promettono potenza e prosperità avvenire. Il territorio avrebbe (tutto compreso, ma senza contare la Serbia) un’estensione pari a quella dell’Italia continentale fino supergiù al parallelo di Roma, e avrebbe forse tre milioni e mezzo di abitanti. Sarebbe una ragione alquanto eccentrica alla monarchia austro-ungarica e quasi separata dalla medesima dall’eccelsa fortezza naturale del Montenegro. Ma rimediano all’inconveniente le comunicazioni marittime, le ferrovie, i telegrafi, la natura del suolo e quella specie di autonomia che l’Austria darebbe naturalmente alle nuove provincie, mentre la Serbia, entrando nella Federazione, scemerebbe il difetto di conformazione e 1’ inconveniente del distacco. Ecco i motivi pei quali la diplomazia austriaca con saggia pertinacia prosegue nel suo segreto lavoro: e ben si intende come il segreto debba essere condizione essenziale di successo. Lasciamo da parte l’impero ottomano, che da tanti anni è abituato ai conti che si fanno sopra il suo trapasso, e lasciamo gli stati meno direttamente interessati alla soluzione del problema osientale, per accennare soltanto di volo all’alto ed essenziale interesse della patria nostra. Coll’occupazione, da parte dell’Austria, dell’Albania e della Macedonia, od anche della semplice Albania, senza corrispondente compensazione, sarebbe tolto ogni equilibrio