— 517 — armi agii Albanesi di Kossovo, in modo che essi si trovino , da una parte, spennacchiati dalla Turchia; e dall’altra, non abbiano i mezzi per opporsi ai briganti serbi. ... In questi giorni sono venuti qui molti Albanesi del vilayet di Monastir e di quello di Ushkyp. Ivi tutti attendono come andranno a finire queste riforme ; poiché non ha per loro alcuna importanza il fatto dell’ ammissióne in servizio di gendarmi cristiani. Aspettano con impazienza di vedere che cosa faranno gli ufficiali europei. A Monastir e a Corcia sono stati ingaggiati molti gendarmi e poliziotti cristiani ; la mercede 1’ avranno ad ogni mese. Gli Albanesi maomettani e cristiani sono di pieno accordo ; i primi, non solo non si lamentano che vengano assunti in servizio ainche i cristiani; ma, per giunta, ne sono soddisfatti, poiché per ciò la mercede sarà loro pagata regolarmente. Ciò significa che le affermazioni della Turchia, tendenti a far credere all’Europa che gli Albanesi mussulmani sono selvaggi, appaiono evidentemente false. Per Scutari e per Kossovo non è possibile affermare tali cose ; perchè ivi i seguaci delle due religioni sono di pieno accordo e i gendarmi cristiani ci sono stati sempre.... Tutti i nemici dicevano che gli Albanesi non voleano saperne di riforme. Ora che cosa diranno ? Quelle riforme che parevano d’impossibile attuazione in Albania, agli Albanesi sembrano abbastanza facili... La faccenda degli Albanesi di Kossovo si è alquanto calmata; ma persiste sempre. Il Governo, accorgendosi che essa poteva finir male, ha cercato di ammansirli, in attesa di miglior tempo. Intanto cerca di rompere 1’ unione fra mussulmani e cattolici; a tal fine, Shemsi Pascià'dall’anima immonda avea consigliati i cattolici di separare la loro causa da quella dei maomettani, i quali sono avversi al governo; poiché il governo turco ai cattolici non cerca tasse; e disse altre belle parole, per trarli in ing’anno. I montanari cattolici però risposero al cane Shemsi: Anche se lo volessimo, noi non potremmo fare quel che tu ci consigli. Il bene e il male li abbiamo comuni. II Vali Shakir Pascià avea in mente di fare la stessa cosa; ma non vi riuscì. Ora il governo adopera altre male arti ; ma, a quanto pare, non otterrà nulla, poiché i suoi giorni sono contati. Shakir Pascià giunse però ad ingannare gli Albanesi di Gia-kovo, giurando sul Corano. Diede loro la fede e la parola che il governo non intende persistere nella esazione delle gravi imposte e che il Sultano già fece un iradé relativo all’ amnistia e al ritorno in patria di tutti coloro che erano stati arrestati a tradimento. I libri sacri erano stati posti sopra un tappeto verde; egli lavò le mani e i piedi e mise la mano sui libri, dicendo: Il Sultano vi saluta, egli vi tiene in luogo di figli e vi ama come l’anima propria. L’ Europa lo ha costretto a togliere le armi ai musulmani ; quindi se voi non pagate le imposte, ai cristiani,