— 288 - sino, in caso di repressione colle armi, i limiti strettamente ne-cessarii per mantenere l’ordine, e dall’altro, che la Turchia introduca riforme amministrative. Da questo spirito furono animate le osservazioni da noi dirette alla Turchia ripetute volte ed anche ultimamente, d’accordo colla Russia, nell’ interesse della politica dello statu quo. Come la Turchia è tenuta ad adempiere i suoi doveri coscienziosamente, così anche i paesi vicini, la Serbia e la Bulgaria, nulla devono tralasciare che possa contribuire a calmare gli amministrati. Grandi elogi merita la Rumania... » Quindi nella discussione del bilancio, il neo-czeco Kramer espresse il parere che la politica dello statu, quo nei Balkani non fosse sufficiente a garentirvi la pace e l’ordine , avuto riguardo specialmente al protettorato esercitato dalla Germania a Costantinopoli ed alle aspirazioni dell' Italia in Albania. Secondo lui bisognerebbe concludere una convenzione concreta con la Russia circa i Balkani e mettere le Potenze firmatarie del Trattato di Berlino in condizione di far cessare l’insostenibile stato di cose allora esistente , e di esercitare un’ influenza sulla Turchia, perchè osservasse gli obblighi assunti col Trattato medesimo. A ciò il conte Goluchowski rispose : « Certo il mantenimento dello statu quo non può essere il fine della politica per un tempo indefinito. Si mantenga lo stato attuale delle cose, finché sarà possibile; ma indipendentemente dalla nostra volontà, possono verificarsi avvenimenti che rendano necessaria un’altra politica..... In tal caso appunto l’intima relazione e lo stretto accordo colla Russia renderanno possibile di trovare una soluzione il più che si potrà favorevole ad entrambe le parti. Prevedere oggi ciò che accadrà e a quali mezzi si potrà ricorrere , non è affatto possibile. » A dir vero nè il precedente discorso, nè le ultime parole di ripresa, or ora riferite, erano sufficienti per affermare il deliberato proposito dell’Austria di procedere d’accordo coll’Italia, in caso che lo stahi, quo nei Balkani non avesse potuto più mantenersi; mentre il conte Goluchowski si proponeva di concordare con la Russia le possibili modificazioni che si sarebbero eventualmente imposte alle condizioni esistenti, quando fosse stato necessario un mutamento di politica. « Non sembra, scriveva ben a proposito il Giornale d’Italia, che il Cancelliere austriaco si sia ricordato dell’Italia, la quale non aspira a dominio politico in Europa, fuori de'propri confini naturali, ma che non potrebbe assistere indifferente a un mutamento dell’assetto politico nell’Adriatico, che vi rafforzasse la posizione dell’ Austria. Il riconoscimento di speciali diritti in Tripolitania e nella Cirenaica risponde ad altri importantissimi fini ed interessi dell’ Italia, ma non può essere considerato o come attenuante, o come solo compenso di un peggioramento delle sue condizioni economiche, politiche e militari nell’Adriatico. » Nè riteniamo che valga 1’ osservazione fatta dalla Patria che,