— 149 — slava; mentre i panslavisti poco di ciò curavansi, nella sicurezza che Stambuloff, il governo bulgaro e lo stesso Principe, a tempo opportuno, sarebbero stati ostacoli assai facilmente sormontabili, per l’attuazione del programma di Caterina e di Pietro il Grande. Ad ogni modo i Bulgari aveano abbastanza di che esser contenti; poiché la concessione di loro Metropolitani in Macedonia, avea fatto riconoscere 1’ Esarcato anche dall’ Inghilterra e dal-l’Austria-Ungheria. Ma il Governo di Belgrado, appena avutane notizia, indirizzava una Nota ai Gabinetti di Atene e di Cettigne, richiamando la loro attenzione sulle svantaggiose condizioni in cui venivano a trovarsi in Macedonia gli altri Stati che, oltre la Bulgaria, aveano ivi degl’interessi politici; e nello stesso tempo informavali d’essere intenzionato a reclamare alla Porta la ricostituzione dell’ antico Patriarcato serbo d’Ipek, per ristabilire l’equilibrio rotto con la nomina dei Vescovi bulgari. Naturalmente tale intenzione non trovò buona accoglienza in Atene; perchè se ivi l’accrescimento dell’influenza bulgara in Macedonia non recava alcun piacere, ancor più spiacevole riusciva quello deirinfluenza serba. I giornali ministeriali, e specialmente la Nea Efimeris e la Palingenesi, fecero la voce grossa, dichiarando che era tempo di romperla con la Porta, che avviliva l’ellenismo con attentati continui contro la sua Chiesa e contro la sua religione, per mezzo della complicità dell’ Inghilterra e della Triplice Alleanza, che, senza volerlo, prestavansi alle mire panslavistiche, pur illudendosi di metter barriere all’avanzarsi della Russia nei Balkani e verso Costantipoli, con abilita coronata da successo. Fu tale il rumore che ne seguì, che il Patriarca Dionisio V, sotto gli assalti ingiuriosi della stampa greca; malgrado le proteste energiche da lui avanzate dalla Porta in difesa dei privilegi al) antiquo goduti dal Patriarcato; si vide costretto a rassegnare le sue dimissioni; e lo stesso Tricupis, anch’ esso attaccato violentemente dai giornali di ogni partito, accusato di fare una po' litica antinazionale e anglofila, malgrado che l’Inghilterra, a loro dire, fosse stata sempre la causa di tutte le rovine A&W ellenismo, dovette imitarne l’esempio, ed in seguito alle elezioni generali, abbandonato anche da molti dei suoi più fedeli amici, venne sostituito da Delyannis. Intanto, secondo lo Svoioda, organo di Stambuloff, la Serbia, per ottenere a sua volta dei Vescovi propri nella così detta Vecchia Serbia e in altre parti della Macedonia, preparavasi a mobilizzare la riserva e a fortificare la frontiera fra Pirot e Za-ribrod e stringeasi nello stesso tempo sempre meglio all’Austria. Ciò produsse un grave malcontento; il paese ne fu così commosso, che i radicali, i quali erano riusciti ad impadronirsi della reggenza, promossero una crisi e misero avanti il programma di un