— 108 - per virtù, per sapienza, per valore; sì che in qualcuno di costoro è stata riconosciuta la capacità di reggere stati, e a non pochi altri il diritto di occupare i gradi più eminenti della magistratura e dell’ insegnamento; mentre altri ancora sono saliti ad altissima dignità nel campo delle discipline ecclesiastiche e profane, nel foro, nei parlamenti, nella milizia, nelle scienze e nelle arti. Un esempio pratico della possibilità che hanno gli Albanesi di governatsi da sè, lo ha dato il governo provvisorio costituito dalla Lega, il quale pervenne a ristabilire del tutto la pubblica sicurezza ed a pacificare i più indomabili montanari. » All’inizio della guerra greco-turca, in previsione di possibili disordini, la Porta avea fatto sperare che le giuste aspirazioni degli Albanesi sarebbero state tenute in considerazione e soddisfatte al più presto; invece, subito dopo la pace, il Sultano mutò d’avviso e diede ordine ai Vali di sorvegliarli attentamente e di reprimere con la violenza ogni tentativo, anche legale, che essi avessero potuto fare per ottenere le promesse riforme. All’uopo furono mandati a Mitrovitsa trentaquattro vagoni carichi di truppa e di materiale di guerra. Ciò non ostante, la popolazione del vilayet di Monastir e di quello di Uskyp inviò al Sultano una deputazione, per protestare contro l’apertura di nuove scuole serbe in quei distretti, e per dirgli che esse sarebbero state senza dubbio causa di gravi torbidi ; mentre 1’ Odiek, giornale ufficioso del g-overno di Belgrado, annunziava che una banda di Albanesi da Kurshumlia avea passata la frontiera, attaccando vari posti militari serbi e che essa, avanzatasi ad un’ora e mezzo dal confine, si era ritirata dopo tre ore di combattimento. Altri fatti simili ripeteronsi durante tutto il mese di luglio; anche dopo che il ministro serbo a Costantinopoli avea indirizzata la sua 204a nota relativa a tali incidenti, che da tre anni ripetevansi, declinando ogni responsabilità per le conseguenze che avrebbero potuto nascere, se 1’ esercito serbo fosse stato costretto ad oltrepassare i confini, per porre un freno agli Albanesi e per punirli dentro le loro stesse sedi. Or i frequenti atti di ostilità da parte di questi ultimi, erano determinati dal bisogno di porre un argine alle strane pretese e alla propaganda dei Serbi sul territorio di Kossovo, da loro battezzato Stara Serbia (vecchia Serbia), che già il Diritto di Roma avea osato estendere fino a Giacova, a Recca e a Lj urna, includendovi anche la Mirdizia ! « Ma la cosi detta Vecchia Serbia, scrive il De Rada, è piena di Albanesi, perché ab antiquo appartenne alla Nazione nostra pelasga ; i Serviani occuparonla nel medio evo ; ma ne furono presto cacciati e abbandonaronla a coloro cui apparteneva », non essendo riusciti affatto a radicarsi ivi e tanto meno a sperdere o ad assorbire la popolazione indigena. Del resto è risaputo che tutti gli Slavi che là erano rimasti, nei secoli XVII e XVIII, condotti dai loro vescovi, passarono il Danubio e si stabilirono in