— 156 — ai Turchi, nel senso che la Bulgaria, dopo la scomparsa di costui, in caso di nuove insurrezioni nella Macedonia, non avrebbe osato scendere in campo, e che l’Inghilterra si sarebbe trovata sempre in urto con la Russia ; la quale pareva decisa a non prestare appoggio alcuno nè agli Armeni, né ai Macedoni, come pure la Francia, che non era, alla fin dei conti, per nulla interessata in tali questioni; malgrado che insieme all’ Inghilterra avesse presentato un progetto di riforme al Sultano, da lui cortesemente respinto ; non volendo egli ammettere alcuna ingerenza estera negli affari interni del suo Impero. Ma dopo l’assassinio di Stambuloff, le ambizioni russe nei Bal-kani rifiorirono con maggiore vigoria, come fu rilevato ai primi di agosto di quel medesimo anno dalla Neue Freie Presse , e i panezaristi sperarono di poter riacquistare in Bulgaria quanto aveno perduto. Col Trattato di S. Stefano la Russia avea tentato di formare una grande Bulgaria, per quanto lo Czar Alessandro II, durante la guerra, si fosse mostrato più volte assai malcontento del popolo Bulgaro. Ma appunto perchè questo appariva a lui come incapace a reggersi da sè, per infinite cause dipendenti dal lungo ed efferato servaggio musulmano, egli erasi determinato ad estendere oltre misura i confini del nuovo Principato; non solo nella speranza di poter essere in grado di esercitare su di esso la tutela di cui abbiam fatto cenno in rapporto a tutti gli Stati slavi, ma anche nella sicurezza di doverlo annettere alla Russia, quando le future condizioni politiche lo avessero consentito. Il Trattato di Berlino avea in parte frenate tali aspirazioni e quella malnata avidità, che in ogni tempo larvata ufficialmente dal velo abbastanza diafano dell’ interesse religioso puro e semplice, avea pur resa possibile la costituzione del tutto indipendente della Rumenia e della Serbia. Ma una volta costituiti, gli Stati balkanici eransi mostrati tut-t’altro che disposti a sottostare al peso di una gratitudine insopportabile, in quanto che pretesa ad ogni costo, quale rinunzia completa di ogni legittima aspirazione a reggersi liberamente da sè e secondo i propri interessi. In vero la Rumania, memore dei sacrifici territoriali che, dopo d’averla costretta ad allearsele nella guerra contro la Turchia e ad onta delle gradi vittorie ottenute solo per tale alleanza, le avea imposti la Russia, contro ogni diritto; era riuscita a sottrarsi alla sua politica insidiosa ; mentre la Serbia, alla sua volta, tendeva irreparabilmente a gravitare nell’orbita segnata dall’influenza non meno funesta deH'Austria-Ungheria. Però, agli occhi della Russia, la più ingrata appariva la Bulgaria, che di certo più le doveva; sicché essa non pose tempo in mezzo per buttare la maschera, tanto da far dire alla Moskoìvshia Vjedomosti che il Principe Alessandro avea il dovere di rimettere