— 576 - tutti i patrioti italiani, nella Camera dei Deputati, in quella dei Senatori, nei Consigli della Corona e, in una parola, nella generosità dell’ intera Nazione , che tutta rappresentata nella sacra persona del suo Augusto Sovrano, si occupa e si preoccupa, con fraterna e amorevole cura, delle sorti dell’ Albania, non meno che dello stesso avvenire proprio; come appare, per esempio, oltre che da tutto ciò che fin qui siam venuti dicendo, anche dal telegramma che godo nel riprodurre oggi, affinchè ne resti perenne la memoria, per mezzo del quale S. M. Vittorio Emanuele III benignavasi di accòglierò l’omaggio di devozione, di gratitudine e di rispettoso affetto che , a mio mezzo , gli tributava il Congresso degli Albanesi d’ Italia tenutosi in Napoli nell’ aprile del 1901 : « Prof. Schirò, Presidente del Congresso Albanese—S. M. il Re ha ben gradito 1’ omaggio di nobili sentimenti rivoltigli da co-testo Congresso. L’ Augusto Sovrano m’incarica di esprimere cordiali grazie a quanti erano associati nell’ affettuosa conferma di devozione e di riferire loro i voti che forma pel successo dell’opera cui il Congresso tende.—Il Ministro : Ponzio Vaglia. » Nè la sola Inghilterra e la sola Italia hanno desiderio vivissimo e supremo interesse che si realizzino le giuste aspirazioni e i legittimi desiderii degli Albanesi ; poiché , pur non volendo tener conto degl’ interessi politici più o meno urgenti e diretti che essa, al pari delle altre Potenze, può avere nella immediata, definitiva ed equa risoluzione della questione balkanica, anche la Francia, dove ogni idea bella e generosa trova accoglienza entusiastica e valido sostegno, vedrebbe di buon occhio la ricostituzione dell’ Albania e contribuirebbe volentieri ad attuarla , non fosse altro che per il trionfo dei grandi principii che determinarono la rivoluzionel 1798 e che costituiscono la base fondamentale della società moderna. Riguardo ai piccoli Stati balkanici così scriveva Naim Bey Frashri : « I Greci, i quali la libertà loro e lo stato che oggi possiedono li hanno ottenuti col sangue degli Albanesi, di Bozzari , di Za-vella, di Miauli e di altri eroi albanesi ; quei Greci che sino ad oggi conservano gli abiti, le fustanelle, le calze, i calzoni, le danze e i canti degli Albanesi, essi sono i peggiori nemici dell’Albania. Ognuno sa della grande idea dei Greci. Sebbene ai tempi di Pericle, allorché essi aveano raggiunto il massimo della grandezza e dello splendore, possedessero un territorio più piccolo di quello che oggi possiedono, e quantunque non abbiano alcun diritto di pretenderne di più, pure essi chiedono che loro siano date tutte le regioni conquistate da Alessandro il Grande , o che sia loro concesso di far rivivere l’Impero dei Bizantini; senza pensare che Alessandro era macedone e che i Bizantini erano romani, popoli cioè nemici dei Greci e che annientarono la Grecia. In base a quella grande idea, i Greci avrebbero voluto acquistare e incor-