— 161 — avere contro 1’ Austria, per le ammonizioni poco cortesi che il conte Goluchowski, dopo i fatti di Berana, avea rivolte, per mezzo dei suoi ufficiosi, contro il Principe Nicola ; nella considerazione che in Russia i giornali sogliono rappresentare opinioni isolate, anzicchè determinati movimenti dell’opinione pubblica. Il vero invece è che l’incidente, per quanto rilevato, non fu, in forza dell’accordo segreto austro-russo, protratto a lungo, come forse non sarebbe avvenuto in altri tempi. Proprio in quei giorni un alto funzionario della Sublime Porta, al corrispondente del Secolo di Milano a Costantinopoli, il quale lo richiedeva intorno a ciò che avrebbe fatto la Turchia quando, tornata la calma, il Sultano si fosse trovato di nuovo alle prese colle Potenze per la questione delle riforme, così rispondeva con un sorriso misterioso: « La Turchia farà stupire il mondo intero. Noi stiamo prepaiundo un colpo di scena, e l’Europa vedrà, solo dopo la fine della guerra, quale forza rappresenti ancora il turco nella vita politica moderna. Il progetto di riforme per tutto l’impero ottomano, steso dagli ambasciatori a Costantinopoli, è già nelle mani del Sultano, che lo ha profondamente studiato. Ma esso non formerà che una parte del vasto programma di Abdul Hamid. Noi progettiamo, prima di tutto, la creazione di un Consiglio di Stato, del quale saranno chiamati a far parte uomini eminenti di tutte le razze e di tutte le confessioni dell’ Impero. Questo Consiglio di Stato potrà accettare o respingere i progetti dei Ministri, o presentarne dei propri. È il primo passo verso la Costituzione. Il Consiglio dovrà anche occuparsi di tutte le proteste eventuali del pubblico e giudicare come Tribunale dell’impero sull’opera dei pubblici funzionari. » Quanto ciò fosse credibile non è a dire, sapendosi già, per notizia del Daily News di appena quattro mesi prima, che i Ministri non osavano far cenno di costituzione al Sultano, il quale ogni qual volta che qualcuno di essi si fosse permesso di alludere, nel modo più indiretto, alla necessità di qualche riforma, cadeva in un vero accesso morboso di rabbia e malediva la memoria del povero Midhat Pascià, la cui Costituzione egli di propria mano avea voluto bruciare, nello stesso giorno in cui il Parlamento ottomano era stato sciolto. Nulla per tanto fu fatto, nè le agitazioni cessarono, anche perchè tanto l’Austria che la Russia non posero termine ai loro intrighi; sicché, alla fine di febbraio, essendo stati impiccati in Macedonia alcuni bulgari ritenuti innocenti, parve possibile lo scoppio di un conflitto fra la Turchia la Bulgaria, incoraggiata que-st’ultima sottomano della Russia. Si opinava che pure avrebbe presa parte alla guerra il Montenegro, che in quei giorni avea perfino imposto l’obbligo del servizio militare agli Albanesi di Dulcigno, coll’alternativa di obbedire o di emigrare, subendo la confisca dei beni. La Serbia, spinta dall’Austria, si armava a sua 21