/ — 400 - Dell’applicazione di queste misure sono incaricati i Governatori Generali. L’Ispettore Generale è incaricato di controllare l’esecuzione di questi provvedimenti, gli atti dei Vali , il servizio amministrativo e finanziario e di proporre alla Sublime Porta miglioramenti che riterrà opportuni. È instituita una nuova Commissione composta di un presidente e tre membri, la quale esaminerà i rapporti diretti alla Sublime Porta dai Vali e dall’ispettore Generale. Essa comunicherà direttamente coi Vali e coll’ispettore Generale e sottoporrà le proprie decisioni direttamente al Gran Visir. » Queste pretese riforme che i giornali ufficiosi di Costantinopoli dichiaravano risultato di lunghi , profondi e appositi studii del Sultano e della Porta, altro non erano, come ben diceva il Times, che una esumazione di già vecchi regolamenti non mai applicati e che , dato pure che dovessero mettersi davvero in atto , non avrebbero potuto produrre che effetti scarsi e del tutto negativi. Di questa opinione era non solo la stampa russa , secondo la quale il Sultano turlupinava l’Europa, ma anche la maggior parte dei circoli diplomatici, sia perchè tutti constatavano 1’ assoluta mancanza di alcuna misura intesa a far cessare la riscossione arbitraria delle decime e di altre imposte ed a garentire il regolare pagamento deg’li stipendi agl’ impiegati e ai funzionari; sia perchè non era stato istituito alcun serio controllo, che almeno giovasse ad assicurarne l’applicazione reale e immediata. Anche la così detta stampa liberale turca le giudicava una trista commedia; quella bulgara e quella serba le dicevano una irrisione e la Vossische Zeitung rendeva noto che tutte le Grandi Potenze, ad eccezione della Germania, per mezzo dei loro ambasciatori , aveano fatto indirettamente pervenire tosto all’ Yldiz-Kiosk le loro singole proteste, per la vacuità delle misure escogitate, per quanto si fossero astenute da un passo ufficiale e collettivo. Nè la Porta, né il Sultano, come è naturale, si preoccuparono affatto di ciò; anzi la prima, nella circolare mandata sull’ argomento ai suoi ambasciatori all’estero, ebbe l’impudenza di dire che la Turchia aveva fatto di tutto per assicurare la continuazione dell’ordine già ristabilito e che nulla quindi faceva prevedere delle complicazioni; ma che ove mai queste fossero avvenute, la responsabilità doveva riversarsi tutta sulla Bulgaria, nelle cui mire ambiziose risiedeva la causa di og’ni male. Vi fu in quei giorni chi volle illudersi che le pretese riforme erano state emanate anche per i vilayets di Janina e di Scutari, forse perchè nelle note ufficiali turche non si faceva alcuna dichiarazione di provincie, come pure si avea il buon senso di non accennare affatto nè a confessioni religiose , nè a diversità di razza; ma in fatto sta che anche allora, sotto l’influenza malefica della Russia e dell’Austria, Abdul-Hamid e il suo Governo com-