— 480 — e la sicurezza della Bulgaria debbono avere la precedenza sulla simpatia e sui doveri verso i fratelli soggetti alla Turchia. » A buon diritto il Corriere della Sera ricevette allora da Costantinopoli: « Il quarto d'ora di Rabelais è passato per tutti; pel Sultano, che da una guerra, anche fortunata, aveva tutto a temere, da una perdita d’un altro lembo della sempre più sbrandellata porpora imperiale, ai cannoni turchi puntati sulla bucata caserma in cui è rinchiuso prigioniero; per le potenze, dal cui sguardo si è rimossa per poco la tempesta già prossima a scatenarsi dal cozzo formidabile delle loro invide e irreconciliabili rapacità intorno alle mura giustinianee; per questa popolazione cristiana, ai cui occhi il Corno d’oro, non più colorato in rosso dallo spavento d’una imminente carneficina, torna a risplendere gemmato bacino di luce a questo sole tuttora dardegg’iante.... La pace è assicurata, e la calma, se si lasceranno lavorar liberamente, ancora per un mese, i bashi-buzuk, sarà ristabilita!.... Quod differtur non aufertur; le questioni non si risolvono aggiornandole, come i popoli non si acquietano gabbandoli... » L’Austria e la Russia, in vero, dopo d’aver fatto versare tanto sangue e tante lacrime, si accorsero, a dire dello Zeit, che la situazione politica nei Balkani era tale, da rendere oramai indispensabile un nuovo scambio d’idee, specie perché fra loro non esistevano più le gelosie che vietarono a! Governo del predecessore di Nicola II la possibilità d’imporre alla Turchia la volontà delle potenze europee ! Quindi, il giorno 30 settembre , lo Czar che il mondo ufficiale salutava come l’amico della pace, avendo accettato già l’invito ad una partita di caccia da parte del suo augusto complice, 1 imperatore Francesco Giuseppe, recavasi in Austria allo scopo di rinsaldare i vincoli che univano i due Stati; per offrire alla Neue Freie Presse una potente garenzia per il mantenimento della pace; per dissipare al Neue Wiener l'ageblatt il dubbio col quale era stato già accolto l’accordo austro-russo; per togliere al Volksblatt la paura che un intervento armato dell’Austria e della Russia nei Balkani non avesse rivelata l’opposizione degl’interessi dell’una e dell’ altra potenza ; per dar modo al FremdenUatt di proclamare che nè 1’ una, nè 1’ altra di esse aspiravano ad estensioni territoriali, bensì allo sviluppo pacifico delle popolazioni balkauiche ; sia perchè , giusta le osservazioni dell’Arleiter Zeitung, l’Austria, scossa dagli spasimi della morte, era costretta ad astenersi da un’ impresa che avrebbe richiestamolta brutalità e molta forza; sia perchè la Russia aveva cacciati troppo profondamente i suoi artigli nelle carni dell’Asia orientale, da poter pensare ad una guerra nei Balkani. Con tali fini, durante la colazione al castello di Schoenbrunn, mentre i cadaveri di Alessandro, di Draga, di Sherbina e di Rot-kowski erano ancora caldi; mentre i più orrendi massacri continuavano; mentre la Serbia dibattevasi fra le angoscie, che sempre