— 305 — stabiliti istituti religiosi e politici, nello intento recondito di stabilirvi un giorno il suo dominio. L’Albania in potere dell’ Italia taglierebbe fuori 1’ Austria dal Mediterraneo , chiudendo ai suoi commerci l’unica libera via dei mercati d’oltremare. Il mare Adriatico diventerebbe un lago italiano e i commerci italiani ne avrebbero un beneficio straordinario. A raggiungere questo fine gl’italiani calcolano sull’ aiuto della Francia e della Russia, e quella, per vedere indebolita la Germania, questa per le sue antiche concupiscenze sui paesi slavi dell’Austria, sarebbero liete di prestarsi a questo mutamento radicale della politica nell’Adriatico. » A queste esagerazioni del giornale ingiese, VAllgemeine Zeitung faceva il seguente commento: «Se queste cose non dovessero attribuirsi alla fantasia dell’ Observer , noi potremmo dubitare del buon senso del governo ingiese e della sua antica sapienza ed esperienza politica. Può darsi che vi siano degli Inglesi capaci di sognare gl’ intrighi delineati daM’Observer, sperando di far buona pesca il giorno in cui una simile politica avesse ben bene intorbidate le acque. Il guaio è però che le deduzioni dell’Observer non rispondono per nulla ai fatti ed alle ottime relazioni fra le potenze della Triplice, relazioni superiori ad ogni possibilità di equivoci e ad ogni sospetto. Il Re Vittorio e il ministro Prinetti si guarderebbero bene dall’accettare i suggestivi e pericolosi consigli dell ’Observer, essi che sono tanto infervorati del mantenimento della pace e che hanno dato sempre il più largo concorso all’opera avviata allo stesso fine dai gabinetti di Vienna , Periino e Pietroburgo. Le buone relazioni dell’ Italia con la Russia e con la Francia non preoccupano affatto la Germania e l’Austria-Unghe-ria, anzi i gabinetti di Berlino e di Vienna vedono in queste buone relazioni un bene augurato pegno di pace, ed un prezioso sostegno della Triplice stessa , la quale non esclude nessun accordo, che non sia contrario ai principii di lealtà reciproca fra gli Stati che ne fanno parte. » Checché ne fosse , egli è certo che il viaggio del Re d’Italia a Pietroburgo era ben importante per non destare un'impressione enorme in Austria, anche per l’entusiasmo che suscitò presso tutte le popolazioni slave. Gli organi ufficiosi di Belgrado dichiaravano di non aspettarne che bene , perchè 1’ Italia, a dir loro, avendo sofferto tanto per la libertà, non poteva non essere amica del popolo serbo, a differenze di altre Potenze , che pur proclamandosi amiche, non disdegnavano di mettere in giro, con molta compiacenza, ogni sorta di menzogne e di calunnie contro di esso e contro la Dinastia. Il Dnewni List anzi pubblicava un articolo in cui peroravasi, contro il germaniSmo, un’alleanza slavo-latina, la cui base era stata per altro posta con quella fra la Russia e la Francia. « È innegabile, scriveva, che il germaniSmo ha rivolta la sua grande forza di espansione verso gli Slavi dell’Europa occidentale e della 39