— 131 — le sue velleità di conquista, e per riuscire nel proprio intento, procura a tutta possa di farsi amico il clero cattolico albanese e di rendere inviso al popolo il nome d’Italia; poiché in Italia si difendono strenuamente i diritti dell’Albania. Conseguenza degli intrighi fu l’ultimo Concilio tenuto a Skutari nel maggio 1895, dal quale fu deliberato di sopprimere con violenza, in nome della religione, le scuole elementari maschili e feminili, nonché l’asilo infantile che il Governo italiano si compiacque d’istituire in questa città, fin dal 1888. Sebbene quel Concilio, voluto dall’Austria, non sia stato ancora sanzionato dal Papa, pure l’Arcivescovo di Skutari , aizzato da questo Console generale austro-ungarico, nelle cui mani è docile strumento, come lo è pure in quelle dei numerosi gesuiti qui residenti, veri poliziotti austriaci, già da nove mesi si è dato a bandire apertamente la guerra a queste scuole italiane, tanto benemerite , servendosi dell’altare e del pergamo. La calunnia e la menzogna sono la sola arma adottata nella strana crociata. Si disse che i programmi delle scuole governative italiane erano atei e immorali ; che atei e immorali erano l’insegnamento e gl'insegnanti, e che il governo italiano, per mezzo delle scuole, mira a scristianizzare i popoli. Ma visto che si predicava al deserto, perchè il popolo aveva capito il movente di questa guerra e perciò apprezzava sempre più le scuole italiane, l’Arcivescovo impose al suo clero, sebbene questo per patriottismo si mostrasse riluttante, di negare i sacramenti ai genitori che mandavano i figli in dette scuole, nonché agli alunni che persistessero a frequentarle. Dinnanzi a tanta ingiustizia, molti, pur troppo, cedettero; ma altri, al contrario, inasprironsi maggiormente ed hanno giurato di resistere, sostenendo le scuole italiane, quando anche si tratti di versare il proprio sangue. È certo però che col tempo l’Austria finirà per trionfare in questa lotta, se Dio non suscita un difensore agli oppressi Albanesi. Alcuni nostri preti, non potendo tollerare tanta infamia, si ribellarono al loro pastore e furtivamente amministrarono la confessione ai dissidenti ; ma quando questi pi-esentaronsi per la comunione in pubblico, furono respinti e insultati da chi teneva in mano il Santissimo , senza punto considerare che ciò costituiva un sacrilegio. Furono per fino negati i sacramenti in punto di morte, e l’Arcivescovo non permise che il sacerdote accompagnasse la bara di un alunno delle scuole italiane, se prima non si fossero allontanati gl’insegnanti e la scolaresca, intervenuti al funerale. In seguito a sì iniquo procedere, varii notabili cattolici di questa città recaronsi in corpo dall’Arcivescovo M. Pasquale Guerini, pregandolo di desistere da una persecuzione contraria alla carità cristiana; gli assicurarono altresì che le scuole italiane sono di gran lunga superiori a quelle così dette religiose , cui egli dava la preferenza; avendo queste ultime per docenti persone di poca o nessuna istruzione, che non avevano mai studiato pedagogia ; aggiunsero ancora