- 187 - pietà libertà di ammazzarsi tra loro, di cacciare di tratto in tratto qualche impiegato seccante e di portare quante armi vogliono. Ciò basta loro completamente. Da qualunque parte straniera si tentasse di assalire la Turchia, gli Albanesi prenderebbero le armi per il Sultano, persuasi che, con la scomparsa della signoria turca, suonerebbe l’ultima ora della loro libertà. » In quei giorni l’ufficioso Pester Lloyd di Budapest, siccome parecchi giornali italiani pubblicavano articoli di giustificato allarme sui progetti espansionisti dell’impero austro-ungarico, a danno dell’Albania, osservava che i timori erano fuori luogo; poiché se l’Austria esercitava un diritto di protettorato sui cattolici albanesi, essa non per questo aveva mai sfruttato pubblicamente un tale diritto ; come nemmeno avea sfruttato quello che esercitava sui Coiti dell’Egitto, ed aggiungeva che, ove dovesse subentrare un cambiamento qualsiasi, essa avrebbe, fra tutte, preferita quella soluzione che avesse concessa l’Albania agli Albanési, corrispondente del tutto alla sua politica orientale, che non permette ad altri un diritto di protettorato e di particolare influenza, che non reclamava per sé, sui territori della Penisola balkanica. Così pure la Vossi-sc/ie Zeitung di Berlino consigliava gl’ italiani a non preoccuparsi per le voci d’una invasione austriaca nell’ Albania, che sarebbe stata per l’Austria un nuovo elemento d’inquietudine e di agitazione, e poco dòpo scriveva che, nella peggiore ipotesi, gli Albanesi avrebbero saputo difendersi da ogni straniera ingerenza nei loro affari. Ma 1’ Observer di Londra riceveva da Vienna che in quei circoli diplomatici dicevasi che l’imperatore Francesco Giuseppe, della sua imminente visita a Berlino, avrebbe profittato per chiedere all’imperatore Guglielmo il consenso per 1’ occupazione della Macedonia e dell’Albania; ed il Wiener Journal, ammettendo essere notorio che l’Austria è lontanissima da ogni idea di produrre cambiamenti nei Balkani, dichiarava che essa non era affatto proclive a permettere che nemmeno l’Italia si affermasse in Albania; anzi circa la qualifica di mare italiano dato all’Adriatico, scriveva: « L’Austria è sovrana di buona parte della costa orientale dell’Adriatico; se quindi a questo dovesse togliersi il carattere di mare aperto, esso dovrebbe diventare un mare italo-au-striaco; poiché se l’Italia, oltre Brindisi, possedesse pure Durazzo; essa potrebbe escludere l’Austria dal Mediterraneo. È chiaro quindi che questa non lascerà mai che si stabilisca una simile situazione. Presentemente però 1’ Albania è provincia turca ; e fino al giorno che essa diverrà dominatrice dell’Adriatico orientale, vi è ancora una lunga via da percorrere. » La Tribuna, su tale argomento, allora ben osservava: « Il giornale di Vienna alla questione albanese contrappone la pregiudiziale dell’integrità dell’impero turco!... Ma i precedenti dimostrano che questa integrità, più che una legge fissa , è oramai una frase elastica. È appunto per questo che la più elementare