orientale dell’Austria, fu eliminato il pericolo che siffatte agitazioni potessero alterare gl’ intimi rapporti creati fra 1’ Italia e l’Austria-Ungheria dalla triplice alleanza. Quasi tutti gli oratori a Budapest notarono con soddisfazione il felice cambiamento nelle relazioni fra l'Austria-Ungheria e l’Italia, e il relatore Bacquehem si compiacque di constatare che le dichiarazioni del ministro Tittoni trovavano corrispondenza in quelle del ministro Golu-chowski e che il popolo italiano approvava la politica leale del suo Governo. Alla Camera italiana gl’interpellanti, per questa parte, dichia-raronsi in generale soddisfatti; ma ben a proposito 1’ on. Guicciardini aggiunse che le dichiarazioni riguardanti 1' Albania sarebbero state del tutto soddisfacenti, se il ministro avesse precisato meglio il significato della parola Albania, e che prendeva atto di ciò che il Governo aveva espresso circa gli obbiettivi lodevoli dell’Italia nei Balkani, consistenti nel mantenimento dello statu quo e successivamente nel riconoscimento delle autonomie nazionali, a sostegno dei quali però egli accennò, al pari dell’ 011: Cliimirri, alla necessita di una buona situazione diplomatica e militare. Anche il generale Ricciotti Garibaldi, in uu pubblico discorso, disse che le parole dell’on. Tittoni riguardo all’Albania meritavano di essere scritte a caratteri d’ oro dentro 1’ aula del Parlamento nazionale, e così, durante la discussione generale del bilaucio, l’ou. Fortis, che non avea potuto svolgere una sua interpellanza a tempo debito, trovò modo di compiacersi, da una parte, della assicurazione che 1’ Albania non sarebbe stata mai occupata da alcuna potenza, e di rilevare, dall'altra, il pericolo di aprire una strada a chi volesse andare a Salonicco, ove mai le riforme da introdursi nei mlayets di Kossovo, Monastir e Salonicco non fossero identiche a quelle reclamate anche dai mlayets di Scutari e di Janina. « Questa penetrazione di cui si parla, egli aggiunse, potrebbe diventare assimilazione ; quindi occorre che le riforme siano identiche per tutti i mlayets, onde costituirli in uno Stato albanese forte e capace di offrire resistenza ad una invasione di potenze conquistatrici. » Non meno a proposito il Giornale d'Italia osservava: « L on. Tittoni è parso esplicito nel delineare la situazione dei Balkani e il nostro accordo con l’Austria in proposito. Il ministro infatti ci ha assicurato che l’Austria si è impegnata a non toccare 1’ Albania. Ma non ha detto che cosa si è voluto intendere per Albania: se quella segnata dal predominare dalla nazionalità albanese, e che comprende dei sangiaccati, amministrativemente inclusi nei w7«ye^,i4macedoni e i cui confini si estendono fino a poche miglia dall’Adriatico; ovvero i soli due mlayets di Janina e di Scutari. Perchè dal modo di intendere l’Albania nel primo o nel secondo aspetto, noi possiamo valutare veramente fino a