— 237 — zionale albanese in Italia, il signor Anseimo Lorecchio , editore della Nazione Albanese. Ai suoi lati stanno numerose ed abili forze. Sugli altri vanno nominati il Nestore degli Albanesi, Gerolamo De Rada, personalità non del tutto ignota anche in Europa, e Giuseppe Schirò, il bardo del suo popolo. Un altro focolare d’agitazione, sempre secondo le nostre informazioni, esiste a Bukarest; ma anche colà la parola d’ordine è un’annessione, o almeno un protettorato italiano. Con l’appoggio di compatrioti educati in Atene, la colonia albanese nella Capitale rumena ha fondata una Lega ed un giornale. Questo ultimo, stampato anch’esso in caratteri latini e non, come prima era costume, in un mixtum compositum latino-slavo-greco, confessa un duplice scopo: la solidarietà di tutti gli Albanesi, senza distinzione religiosa, e un intimo ravvicinamento all’Italia. » Anche il The Globe di Londra, del 18 febbraio 1898, occupandosi della Questione Albanese, si esprimeva così: « La principale spinta al movimento albanese si ebbe in Italia da parte degli Albanesi che ivi abitano Si é detto che la forte volontà di un uomo è spesso la motrice di grandi masse alle loro tacite aspirazioni pel miglioramento nazionale. Ciò è vero , almeno nel caso degli Albanesi d’Italia, dove un solo uomo riuscì a destare la coscienza di questa razza come Nazione. Quest’uomo è il signor Anseimo Lorecchio, presidente della Società Nazionale Albanese e capo editore della Nazione Albanese. Naturalmente egli trovò in gran parte spianata la via dagli uomini che, durante gii ultimi trecento anni, mai cessarono di lavorare per la causa albanese, avendo fatto del risveglio nazionale la loro principale aspirazione. I coadiutori del signor Lorecchio in quest’opera sono Girolamo De Rada, nome di fama europea, il Nestore degli Albanesi , e Giuseppe Schirò , il bardo della razza, molto distinto anche nella letteratura prosaica. Il movimento d’ Italia trova riscontro nella colonia albanese di Bukarest, dove un gruppo di ardenti Albanesi ha reso segnalati servigi alla causa nazionale. Essi furono da principio incoraggiati ed aiutati dal Governo Rumeno; ma ben tosto si misero in grado di staccarsene e operare indipendentemente. Questo fa non poca fede del loro disinteresse, se si considera che dovettero rinunciare a importanti interessi che li legavano al mondo rumeno. Vi fu per lungo tempo in Rumenia una Società chiamata Lega per l’educazione, il cui obbiett.o era di pubblicare libri in lingua albanese, scritti da dotti e patriottici Beys Albanesi di Costantinopoli, uomini di forte carattere e di ideali nazionali. Tale Società ha di recente allargata la cerchia della sua attività. Essa cominciò a fondare giornali in varie parti del mondo e abbandonò l’alfabeto in uso fino a poco tempo fa, un alfabeto che, per essere misto di caratteri latini, greci e slavi, formava un formidabile ostacolo al progresso della scrittura della lingua albanese. Più tardi gli Albanesi di Bukarest furono rafforzati dall’arrivo di uomini educati in Atene e salirono in grado di formare una Lega potente e di