— 458 — console austriaco di quella città, il quale dopo d’aver messa da lungo tempo la nuova vittima in mala vista presso le locali autorità turche, con tutte le arti inqualificabili che furono poscia rivelate dai giornali moscoviti, non volle nemmeno trattenersi dal denunziarla , anche davanti all’ Europa , d’ essere 1’ anima della nuova insurrezione; del che, per altro, nessuno poteva dubitare. La Russia allora, non solo iece eseguire la pena capitale, per mezzo del capestro, nella persona dell’omicida e del suo presunto complice Abbas; ma oltre d’avere imposta la condanna ai lavori forzati per quindici e per cinque anni rispettivamente in danno degli altri due gendarmi Seinel e Tewfik, ottenne la destituzione degli ufficiali Ismail e Salile Kodshi, 1’ esilio a Tripoli del Vali Riza Pascià, che fu tosto sostituito da Hazim Bey, ed inviò alla Porta un ultimatum, chiedendo la "subordinazione della gendarmeria ad ufficiali stranieri, l’autorizzazione ai consoli in Macedonia di controllare l’amministrazione ottomana, la liberazione dei prigionieri bulgari, sospettati d’aver forniti degli elementi all’inchiesta poco prima fatta eseguire per conto proprio e dell’ Austria dai rispettivi rappresentanti nei vilayets di Monastir e di Uskyp, circa la condotta delle autorità ottomane verso la popolazione e sulla applicazione delle riforme, od in fine la revoca dei funzionari amministrativi di Salonicco e di Prisrendi, ritenuti colpevoli di abuso d’autorità. Sebbene il Sultano, per paura, avesse promesso e fosse disposto ad accordare alla Russia tutte le richieste soddisfazioni, la Porta, da parte sua, tentò di tergiversare; ma la Russia, a sostegno delle sue richieste, pubblicate il 15 agosto anche dal Messaggero Ufficiale, dispose che alcune navi da guerra si recassero ad Iniada, a circa 80 chilometri al nord dell ingresso del Bosforo, e sotto la pressione di una tale visita, secondo i circoli ufficiali turchi, dimostrazione pacifica, secondo Lamsdorff e Zinowieff, imponeva l’accoglimento di tutte le sue domande, coll’aggiunta d’un rimprovero solenne all’ispettore generale Hilmi Pascià e della pubblicazione integrali della sentenza di condanna di Halim e compagni. « Con le sue domande, scrivevano da Vienna al Corriere della Sera, la Russia ha trovata la giusta misura fra la tutela del suo decoro e la necessità d’ acconciarsi alle circostanze. E appunto perchè nessun dubbio sorga circa le sue intenzioni di mantenere lo sta tu quo, il Messaggero dell'impero pubblicava un nuovo monito indiretto alla Bulgaria e ai rivoluzionari, mandato per mezzo del-1’ Agente russo a Sofia, cui il Governo comunica che 1’ energia adoperata verso la Porta non deve apparire nè al Governo bulgaro, nè ai Comitati rivoluzionari, come un cambiamento del programma politico della Russia nei Balkaui. Non era possibile che la Russia facesse di più; essa ha le mani legate: all interno regnano gravi disordini e 1’ amministrazione lascia molto a desiderare, mentre