— 296 — inile stato di cose. Passando dal mlayet di Scutari a quello di Janina, la condizione apparisce anche più grave, perchè qui c’incontriamo in procedimenti di governo che sono un vero e proprio anacronismo. I giornali pubblicano di tempo in tempo notizie che passano inosservate, forse perchè non sono ritenute credibili, tanto sono strane, ma credibili sono purtroppo a chi conosce quelle regioni. Permettetemi di leggervi poche parole di una lettera che ho ricevuto poco fa da uno dei principali centri dell’Albania, da una persona degnissima di fede, dove si racconta un episodio, che pur troppo non è un fatto isolato, che è un esempio di ciò che succede tutti i giorni, e che serve a gettare un raggio di luce nella oscurità che ricopre quella regione. Ecco che cosa mi si comunica in quella lettera. L’amministrazione pessima, anzi terribile di questo Vali ha portato tristi conseguenze. Si direbbe che sia stato mandato per dare l’ultimo tracollo al prestigio ottomano in questo paese. Il Vali fece ultimamente imprigionare tre notabili di Janina ; il pretesto , un supposto complotto contro il Governo; la vera ragione, perchè non si erano lasciati spogliare, consegnando al Vali la taglia che egli richiedeva, parecchie migliaia di lire turche, circa centomila franchi. Dapprima li fece deportare a Tepelen, poi , avendo gl’ imputati reclamato a Costantinopoli, dietro ordine del gran visir, furono deferiti all’autorità giudiziaria e condotti a Janina. La Camera di Consiglio di questo Tribunale emise ordinanza di non farsi luogo a procedimento ed ordinò la scarcerazione. Il Vali, irritato , contro og-ni più sacro e santo diritto, non ostante le rimostranze di chi sosteneva la causa della giustizia, non volle fossero scarcerati, ad onta dql verdetto del magistrato, e li ritiene tuttora in carcere. » Successivamente mi scrive così : « Fino ad oggi, quantunque abbiano dirette varie petizioni al gran visir ed al Sultano stesso, i prigionieri, che sono Ahmet Coliussi, Pertel Effendi e Ibraihm Effendi, sono ancora degenti nelle carceri, non ostante l’ordinanza di non farsi luogo e l’ordine di scarcerazione dell'autorità giudiziaria ». Ora io domando: quali garanzie di lunga durata può avere lo statu quo, mentre le potenze interessate a conservarlo non spiegano alcuna azione presso il Governo del Sultano, per rendere questo statu quo tollerabile ? Ma quelle dichiarazioni debbo ritenerle insufficienti anche per un altro motivo e cioè perchè riguardano soltanto lo statu quo e non si spingono alle eventualità che adesso potrebbero susseguire. ovvia l’ipotesi che scoppino in quelle regioni tumulti che offendano interessi stranieri, che si abbiano ribellioni che paralizzino l’autorità del Sultano, che offendano interessi o italiani o austriaci. Verificandosi talune di queste eventualità, che farebbe l’Italia? Che cosa farebbe l’Austria? Starebbero forse con le braccia incrociate, ad assistere impassibili allo svolgersi degii avvenimenti, quella dalle bocche di Cattaro e da Novi-Bazar, e questa dalla Terra d’Otranto? Non credo che questo sia probabile. Agi-