— 450 — inaudite e nefande misure di rigore che esercitavansi dai turchi in tutti i villaggi bulgari della Macedonia e del vilayet di A-drianopoli, e dalle dichiarazioni abbastanza gravi fatte in proposito dai capi degl’insorti, come le seguenti che ricevette a Belgrado, dallo stesso Boris Sarafoff, il corrispondente dell’ Universul di Bu-karest: « Noi siamo decisi a tutto: — o libertà , o morte ! — A fianco delle numerose squadre d’ insorti che si travano oggi in Macedonia fra le montagne, noi abbiamo un formidabile esercito di volontari, pronti a uscire in campo quando l’ora dell’ appello sia suonata anche per essi. Appena finiti i lavori di trebbiatura, appena assicurata l’ampia raccolta, faremo limpide le acque. Non possiamo lasciare più tante migliaia di anime in preda alla sanguinosa libidine del turco... Bisogna una volta finirla col nostro nemico, e al più presto!.... Non crediate però per incorporarla alla Bulgaria. Il nostro scopo è puro e disinteressato, così come è chiaro il nostro motto: — la Macedonia liberata ai Macedoni.— S’ingannano quelli che credono che in Macedonia si lotti soltanto per i Bulgari ; è nell’ interesse di tutti i popoli che vivono in quel paese di darsi la mano l’un l’altro, ciascuno come può.... » Di fronte quindi al movimento concentrativo di truppe turche ai confini e agli ordini dati dal Ministro della guerra di Costan tinopoli, Riza Pascià, ai comandanti dei corpi d’armata d’Adria-nopoli e Salonicco di procurarsi g’ii approvvig'ianamenti per centomila uomini ciascuno, il governo di Sofia diresse una Nota ai Gabinetti delle Grandi Potenze, denunziando gli eccessi che i soldati del Sultano commettevano in Macedonia, lagnandosi che la Porta non avesse accolte le sue proposte di lavorare in comune per ottenere la pacificazione, protestando contro i grandi preparativi militari, che rendevano insostenibile la situazione ai confini e declinando ogni responsabilità per le eventuali conseguenze. Nello stesso tempo il generale Petroff dichiarava al corrispondente del Times che il Governo aveva in animo di aumentare il contingente alla frontiera e di portarlo a trenta battaglioni, onde evitare qualche sorpresa, per esempio a Kustendil, e per essere pronto ad ogni evenienza, ed il giorno 3 luglio 1 Agenzia bulgara pubblicava questa Nota ufficiale : « Malgrado le smentite di fonte turca, la concentrazione di forti effettivi di truppe di fanteria, di cavalleria e d artiglieria, sulla frontiera bulgara, continua. Gli sforzi della Turchia per smentire questi fatti accertati e la concentrazione al tempo stesso di nuovi e forti distaccamenti sulla frontiera , che non può in alcun modo essere giustificata dalla necessità di combattere le bande, provano che la Turchia intende nascondere lo scopo reale di queste misure, cercando di sviare l’opinione pubblica dell’ Europa e spargendo notizie false sugl’intendimenti del Governo bulgaro. » « La situazione è molto grave, telegrafavano al Giornale d' I-talia da Sofia; lungo tutta la linea di frontiera regna un’attività