— 497 — amicizia che sono state manifestate qui in Inghilterra, rispondono ai sentimenti generali del popolo italiano. Il Re d’Italia, ospite di Re Edoardo, è qui come augusto interprete di questi sentimenti... » Ma già il barone Calice e il conte Zinowieff avevano dichiarato alla Porta che, di fronte alla insufficienza delle sue risposte, essi accordavano una dilazione, per averne altre soddisfacenti ; in caso contrario le potenze da loro rappresentate avrebbero intimato un ultimatum, appoggiandolo con una dimostrazione navale; anzi le loro istanze e sollecitazioni assunsero addirittura il tono e la forma di una minaccia perentoria, quando il Sultano ebbe la ingenuità di rivolgersi aH’Imperatore Guglielmo, e per fino allo stesso Czar, per indurli a far ritirare la nota austro-russa, restando, come era da aspettarselo , affatto deluso nelle sue speranze, e quando il Gran Visir recossi personalmente a far visita ai due Ambasciatori, scongiurandoli ad essere più concilianti. La Porta quindi dovette fare di necessità virtù, e dopo varii altri tentativi per guadagnar tempo, dopo d’aver veduto che, più o meno calorosamente, tutti gli altri rappresentanti delle Potenze firmatarie del Trattato di Berlino eransi associati a quelli del-1’ Austria e della Russia nel consigliare il Sultano a non insistere nelle sue opposizioni, con nota del 10 febbraio 1904, accettò, almeno in apparenza, ma formalmente, tutte le modalità per il controllo nell esercizio delle riforme ; lasciando però non del tutto soddisfatti così il barone Calice, come il conte Zinowieff, perchè, secondo loro , la nota di accettazione conteneva alcune clausole contrarie allo spirito e alle intenzioni del programma formulato nell’ intervista di Mùrzsteg. Ma prima che Goluchowski e Lamsdorff raggiungessero lo scopo di ottenere, precariamente e restrittivamente per quanto si voglia, l’adesione delle altre Potenze, occorse un lungo, intenso e abilissimo lavorio diplomatico, le cui tracce per ora è dato solo di vedere nello svolgimento dell’ attività politica di ciascuna di esse; nelle equivoche e non più efficaci ed entusiastiche dichiarazioni d’amore verso la pace e di rispetto verso lo statu quo, fatte dai varii ministri degli esteri, nei rapporti ora tesi e ora raddolciti fra le nazioni formanti il cosidetto concerto europeo; nelle discussioni parlamentari, nelle interviste accordate ai giornalisti dagli uomini politici più eminenti; nelle notizie, or vere or tendenziose, propalate dalla stampa e nei conseguenti articoli sulla politica estera dei varii Stati. Per procedere con un certo ordine, ricordiamo che il giorno 15 dicembre 1903 veniva presentato a Vienna alle Delegazioni il bilancio comune per 1’ esercizio del 1904 e che, in quella occasione, il Ministero della guerra chiese un credito straordinario di quindici milioni di corone per 1’ acquisto di nuovi cannoni ; mentre 63