— 152 — a promettere che avrebbe raccomandato all’Esarca che introducesse qualche piccola modificazione negli abiti dei Metropolitani bulgari in Macedonia. L’interdetto quindi fu tolto; il Patriarca ritirò le dimissioni, e si recò con gran pompa a ringraziare il Sultano e ad attestargli i sentimenti della sua fedeltà. La pressione russa sulla Porta, nella risoluzione di un così increscioso incidente, è manifesta anche dal seguente comunicato ufficiale apparso, durante le trattative, sul Messagiero di Pietroburgo: « La Russia deplora il tentativo di turbare l’ordine antico della Chiesa d’Oriente. Il popolo russo mostra il più vivo interesse per l’appianamento definitivo della questione, e attende con impazienza Viradé relativo ad esso. Nella dichiarazione del Sultano di riconoscere la giustezza delle richieste patriarcali, la Russia vede una prova sicura della sollecitudine di lui a favore dei suoi sudditi ortodossi. » Nel maggio del 1894 la quistione si acuì di nuovo. I Bulgari ottennero dalla Porta, non solo delle scuole in vari punti della Macedonia; ma anche due nuovi Vescovi; uno a Velesa e l’altro a Nevrocop. Appena saputosi ciò al Fanaro , il S. Sinodo e il Consiglio nazionale si riunirono sotto la presidenza del Patriarca Teofilo, e redassero un takrir, che spedirono tosto al Ministro della Giustizia e dei Culti, Riza Pascià; protestando contro la nomina dei due nuovi Vescovi e chiedendo di nuovo l’imposizione di far mutare abiti al clero bulgaro in Turchia. Il Ministro rispose che i reclami del Patriarca, circa la nomina dei due Vescovi, non erano giustificati; poiché delle due Diocesi, quella di Velesa faceva parte dell’Esarcato, mentre in quella di Nevrocop, composta di elementi quasi esclusivamente bulgari, la popolazione avea fatta domanda formale per ottenere il permesso di riconoscere la giurisdizione spirituale dell’Esarca. Per la faccenda degli abiti il Ministro notava che, per quanto si trattasse di materia ecclesiastica, la Porta avea più volte richiamata l’attenzione dell’Esarca sulle giuste recriminazioni patriarcali, ma senza ottener nulla; prometteva ad ogni modo che anche questa volta avrebbe fatti dei passi per riuscire nell’intento. Parve allora che il Patriarca avesse l’intenzione di ricorrere di nuovo alla protezione russa; ma la considerazione che i rapporti abbastanza tesi fra la Russia e la Bulgaria non erano garenzia sufficiente per far credere che i Bulgari dovessero scordarsi del tutto dello Czar liberatore, e che i Russi dovessero cessare di vedere in essi un ramo della grande famiglia slava, probabilmente lo trattenne dal fare un simile tentativo. Da quest’epoca incomincia l'azione direttamente rivoluzionaria dei Comitati Macedoni, e mentre il Gaulois rilevava una relazione intima fra i moti balkanici e quelli armeni ; la stampa turca accusava pubblicamente di complicità l’Inghilterra e le domandava