- 292 — La propaganda austriaca ha in mano l’arma potente delle scuole confessionali e dell'azione del clero cattolico, e certo nella lotta tra l’influenza che può venire da uu semplice insegnamento scolastico, il quale parla astrattamente alla mente, e l’influenza religiosa di ogni ora, la quale si rivolge alla coscienza, di cui le scuole confessionali sono il più potente strumento, non credo che possa esistere paragone alcuno : dovremo necessariamente esser vinti. In oriente og'iiuno sa come le corporazioni religiose siano il mezzo più efficace per dominare ed avvincere il sentimento delle nazionalità, ed il ministro degli esteri certo non ignora come, in una non lontana occasione, il barone Calice, ambasciatore austro-ungarico a Costantinopoli, abbia ottenuto dal Governo turco privilegi speciali importantissimi per le scuole e gl’ istituti confessionali, nelle regioni b&lkaniche poste più specialmente sotto P egida dell’ Austria e specialmente nell’ Albania. Quindi la garanzia per noi non può consistere unicamente nell’espansione del sentimento italiano al di là dell’Adriatico. Quella non può essere la sola preparazione dell’avvenire. Le gareuzie devono invece consistere negli accordi internazionali, concreti e formali, che a determinati eventi contrappongono determinante intese. Di questi accordi per l’avvenire della penisola balkanica e non della sola Albania, nulla appariva, lo ripeto, dalle dichiarazioni del nostro Ministro degli affari esteri, nè da quelle del conte Goluchowski. Del resto potevamo anche credere che il Ministro austriaco non sentisse la necessità d’ uu’ affermazione maggiore, tanto più che l’anno scorso si era mantenuto assai riservato sulle intese austrorusse, che si sapevano concordate fin dal 1897, mache sembravano riflettere, sopra tutto, i rapporti delle due grandi potenze con gli Stati balkanici indipendenti, Rumania, Serbia, Bulgaria, ed alcune speciali evenienze di carattere dinastico. Ma il conte Goluchowski ha voluto invece strappare ora una parte del velo. Ed è inutile negarlo; le sue ultime dichiarazioni hanno ben altro valore e ben altro carattere da quelle precedentemente fatte. Il conte Goluchowski, dopo di avere contrapposta, con frase che, o non è felice, o dice troppo, all’ azione parallela austro-russsa nei Balkani, l’azione franco-italiana nel Mediterraneo, aggiunse queste precise parole, sulle quali richiamo 1’ attenzione dell’ onorevole Ministro: « Certamente il mantenimento dello statu quo non può essere il fine della politica per un tempo indefinito. Si mantenga lo stato attuale delle cose fino a che sarà possibile; ma, indipendentemente dalla nostra volontà, possono verificarsi avvenimenti che rendano necessaria un’altra politica. In tal caso appunto le intime relazioni e lo stretto accordo con la Russia renderanno possibile di trovare una soluzione favorevole ad entrambi. » Ora si può ragionevolmente sostenere che queste dichiarazioni non affermino la necessità d’ un’ azione combinata per la futura sistemazione della Penisola balkanica ? Non è invece naturale il supporre che