- 287 — qualsiasi velleità di giuocarsi dei tiri gii uni contro gli altri, a proprio loro vantaggio, ma anche per sopprimere il più efficacemente possibile ogni mezzo alla tentazione di stabilire sfere di influenza che aumenterebbero ancora più la superficie di attrito fra l’Austria-Ungheria e la Russia. Da ciò che precede si può ben vedere che i principii , sui quali poggia il nostro accordo, non lasciano più latitudine a quella tattica che aveva l’abitudine di minacciare così spesso la pace nelle epoche passate e il cui vantaggio era assolutamente sproporzionato ai grandi pericoli che si producevano per le due parti dalla lotta mezzo aperta e mezzo nascosta di concorrenza. Quanto più è felice questo fatto, altrettanto più imperioso è il dovere di curare che questa intesa, che è ora riuscita ed è al coperto da ogni scossa, resti intatta anche per l’avvenire. A questo scopo bisogna, prima di tutto, che tutte le condizioni che si collegano a quest’ intesa sieno osservate dalle due parti collo stesso scrupolo. Come noi osserviamo lealmente ed esattamente i nostri obblighi, non vogliamo dubitare neppure un istante che anche a Pietroburgo non regni seria volontà di procedere con noi di ugual passo a questo proposito. Soltanto in questo modo il riavvicinamento iniziato nel 1897, e che prende ora sempre più stabilità, può portare frutti benefici e soddisfare da ogni lato perfettamente il suo compito. Il valore di questo riavvicinamento è tanto più grande, che la nostra stretta unione esercita un’ influenza apprezzabilissima sul mantenimento dello statu quo nei Balkani. L’effetto di quest’azione non è superfluo, se si considera il fermento continuo nei Balkani , il quale deve richiamare tutta la nostra vigilanza. Sarebbe un abbadonarsi ad un ottimismo non giustificabile ed un ingannare sè stessi, se si volesse respingere l’opinione che la situazione dei Balkani lasci continuamente molto a desiderare. Anche nel corso dell’anno passato nulla si è cambiato in meglio e le mene sempre crescenti dei comitati rivoluzionarii trovano dalla parte turca una situazione amministrativa sempre al più alto grado deplorevole: due fatti questi che possono provocare ad ogni momento delle gravi conseguenze. La piega degli eventi nella penisola balkanica ha un aspetto ben poco rassicurante e richiede perciò di esser trattata in modo singolarmente coerente e concorde dai due Gabinetti di Vienna e di Pietroburgo , che sono i più direttamente interessati, affinchè non si venga un bel giorno ad una formale catastrofe. É vero che i nostri ammonimenti e quelli della Russia ripetutamente diretti agli Stati balkauici di astenersi da' favorire tali agitazioni hanno molto contribuito ad impedire un aumento di pericoli. Lo stato militare della Turchia , preparato a reprimere qualsiasi sollevamento, ha pure prodotto un effetto calmante. La Turchia può contare sull’appoggio reale e stabile delle potenze amiche che proteggono l’integrità del suo territorio, soltanto a condizione che, da un lato, le autorità turche non sorpas-