— 516 — trovavasi Sulejman Ag-a, il quale oppouevasi alle mire del governo, e si mise a bombardare le case. Sulejniau Aga, con circa, trecento persone , combattè valorosamente contro 1’ esercito ; dei nostri caddero morti e feriti trentacinque uomini; ma dei soldati morirono più di ottanta. Accorsero poscia altri trecento Albanesi e circondarono i soldati; ma non avevano che fare, sia perchè i nemici erano molti, sia perchè trovavansi in forte posizione e muniti di parecchi cannoni. La cosa si ingrandì e da ogni tribù accorsero un duemila Albanesi; il Governo affrettossi a mandare diciotto battaglioni, con altre artiglierie, e a Giacovo recossi il Vali di Uksyp , Shakir Pascià. Si combatterono aspre e sanguinose battaglie in vari luog’hi; furono uccisi più di novecento soldati, due bimbash e una diecina di ufficiali, finora fra gli Albanesi non si sono avuti che centosettanta fra morti e feriti. La Turchia ne ebbe spavento e diede ordine a Shakir Pascià di non continuare e di pigliare gli Albanesi con le buone. Questa è la causa della rivolta di Giacovo. Gli Albanesi di là nulla sanno di riforme ; la Turchia chiede loro del denaro , ed essi non vogliono dargliene ; queste sono le riforme. Il governo è molto adirato contro Shemsi Pascià e lo ha rimproverato aspra-, mente , avendo egli detto che diecimila soldati e otto cannoni erano sufficienti per g-li Albanesi. Essendo riuscita la cosa come non si pensava, la Turchia non sapeva che cosa fare ed era in grande confusione. Molti giornali diceano che gli Albanesi in armi erano trentamila. Quando fossero stati trentamila Albanesi, forti come quelli là, sarebbero stati capaci di entrare a Belgrado, senza tante storie! Nemmeno duemila erano quelli che batteronsi coll’esercito turco... L’agitazione ancora non si é calmata. Il Vali di Uskyp, Shakir Pascià, diede parola agli Albanesi, in nome del Sultano , che il Governo non intende riscuotere più le imposte gravi e che accorderà 1’ amnistia e permetterà il ritorno in patria a tutti coloro che sono stati esiliati nell’Asia minore e in Arabia. Ma pare che gli Albanesi non abbiano voluto prestar fede a tali parole; tanto che Sulejman Aga Batusha, con circa seicento compagni, si è ritirato sui monti e il governo ha dato ordine d’inseguirlo e di arrestarlo. A Luma gli Albanesi insorsero di nuovo ; la Turchia mandò varii battaglioni a Prisrend, affinchè ivi non avvengano disordini. Gli Albanesi di Ivossovo si ribellano perchè non intendono diventare schiavi, nè essere schiacciati con tasse , avendo sott’ occhio la condizione di altri Albanesi e maomettani. Hanno capito assai bene in qual modo la Turchia le faccia le riforme. Essi non vogliono sapere se la Turchia voglia introdurne o no riforme slave, là dove loro non interessa.... La Turchia cerca di soggiogarli e di togliere loro il boccone dalla bocca ; essa lavora a tal fine. L’ ambasciatore russo a Costantinopoli la costringe a togliere le