— 136 — stanza nella Penisola; onde Platone diceva che « i barbari sono più antichi di noi. » Quindi aggiunge che « uno degli argomenti con cui i Greci dei nostri giorni sogliono combattere i Bulgari, è questo: sono, essi dicono, un popolo turanico venuto ad occupare terre greche nel secolo VII ; intrusi che pretendono di dominare un paese che era nostro e che tale deve nuovamente diventare. » Questo è falso, dice egli. « I Bulgari d’oggidi sono antichissimi slavi, Slaveni, come dicono gli scrittori bizantini del medioevo. Hanno assunto quel nome, perchè una gente finnica, tura-nica, che si chiamava bulgara, conquistò il paese, come i Franchi germani conquistarono la Gallia e le diedero il nome di Francia. Ma come questi si fusero nella massa del popolo gallo, i Bulgari originarli si unirono coi Traco - Macedoni, adottandone la lingua e la religione, e imponendo loro soltanto il proprio nome. I Traco-Macedoni erano Slavi, come primo dimostrò un italiano, il padre Appendini. Inoltre i Turchi hanno distrutta quasi tutta l’antica nobiltà bulgara; onde i Bulgari d’oggi, come i Serbi, sono veri Slavi e sono il popolo più democratico dell’Europa, tanto che tutto il suolo appartiene ai coltivatori. » Il De Rada, che del Canini era amicissimo e che insieme a lui prese parte alla discussione che su tale argomento faceasi allora importantissima nelle colonne dell’autorevole giornale veneto, non sentì il bisogno di rettificare in parte opinioni così azzardate, che, dal punto di vista delle origini, venivano con tanta franchezza sostenute, fino a proclamare che « slavi erano Alessandro detto il Grande, Tolomeo e tanti altri fondatori di regni. » Certo il De Rada aveva del buono in mano per opporre che gii Illiri, gli Epiroti e i Macedoni , fin dai tempi più remoti, non-erano fra loro etnologicamente diversi, come risulta dalla testi monianza di Erodoto, il quale, come sopra si è detto, tale identità ricavava dalla lingua e dalla foggia di vestire; da quella di Stra-bone , il quale scrive che « nell' abito , nel modo di portare la chioma, nella lingua e in altri caratteri, quei popoli sono uguali tra loro ; » dagli studii dell’Hahn, il quale da parecchi anni avea dimostrato che Macedoni, Illiri ed Epiroti erano genti pelasgiche, diverse perciò dagli Elleni e dagli Slavi, e che gli Albanesi sono i loro discendenti. Avrebbe egii potuto ricordare col Foscolo che gli antenati di questi ultimi « trovavansi allo assedio di Troja fra le invincibili legioni di Achille; » che « i loro discendenti, sotto Pirro, invasero il territorio romano; » che « cooperarono, sotto Filippo, a crollare le libertà della Grecia, e a soggiogare gran parte di mondo con Alessandro. » Avrebbe potuto notare, col Camarda, che solo nel medio-evo, e segnatamente dal principio del secolo VI in poi, la Penisola balkanica incominciò a cangiare aspetto e ad essere alterata nella