— 596 — uè ad uno greco, nè a qualcuno dei cinquantacinque Arciduchi, ■ai quali ultimamente 1’ on. Gabanyi dava il consiglio di farsi tutti, preti, e che formano la delizia dell’Austria non meno che quella dell’ Ungheria; imperocché essi erano nella condizione di sapere perfettamente che un tal fatto si sarebbe risoluto in una vera e completa dedizione o alla Russia, o alla Grecia, o all'Austria, come, per esempio, è avvenuto, o avverrà presto, e nella specie con ogni diritto, per l’isola di Candia. In base quindi ai precedenti di cui sopra si è fatto cenno, era naturale, era logico, era necessario che pensassero ad un Principe italiano ; sia perchè l’Italia, come esaurientemente abbiamo dimostrato , non solo non ha mai avute delle mire di conquista, ma ha, invece, in ogni tempo, e come logica conseguenza della sua ragion d’essere, sostenuto il principio di nazionalità, insieme a quelli di libertà e d’ indipendenza in Albania, per mezzo dei suoi giornali, dei discorsi dei suoi Deputati e dei suoi Ministri, e con le solenni affermazioni dei suoi Augusti Sovrani; sia perchè un tal provvedimento, avverandosi, realizzerebbe nel miglior modo quella cooperazione amichevole d’una grande Potenza, che gli Albanesi hanno sempre invocata, per liberarsi dal giogo ottomano, ed escluderebbe assolutamente l’idea d’ un protettorato qualunque, •quale su per giù s’intende nel linguag-gio diplomatico, che è fatto apposta, anche in questo caso^per larvare con una menzogna convenzionale la verità d’una dominazione straniera, con tutte le sue disastrose conseguenze. La costituzione d’ un Regno Albanese libero ed indipendente, con a capo un Principe italiano, varrebbe a rassicurare per sempre 1 Italia dai gravi pericoli che la minacciano ad Oriente; contribuirebbe, anche nei rapporti coll’Austria, a conservare ancor meglio all’Adriatico il carattere che deve avere; taglierebbe definitivamente la via alla marcia pauslava e a quella pangermanica; metterebbe la Grecia nella felice condizione di rivolgere e di concentrare tutta la sua non comune attività alla conquista di altri ideali che non siano così strani e così fantastici come quelli che alcuni buoni, ma fanatici patrioti, le fanno coltivare nei riguardi dell’Epiro e della Macedonia, cioè contro 1’ Albania ; avrebbe l’appoggio illimitato della Francia e dell’Inghilterra, che insieme all’Italia rappresentano le tre potenze naturalmente amiche, perchè affini per antichissime tradizioni civili e liberali; rassicurerebbe tutti gli Stati balkanici, dalla Rumania alla Grecia , dal Montenegro alla Serbia e alla Bulgaria, dai pericoli continui ai quali sono esposti per opera della Russia e principalmente dell’Austria; toglierebbe a queste due ultime grandi Potenze il peso del compito che hanno voluto assumersi all’oriente europeo, senza averne mai ricevuto un mandato vero e proprio, e farebbe venir meno nei loro rapporti ogni motivo di gelosia, di attrito, di antagonismo esauriente. In fine, un Principe di Casa Savoja, quale S. A. R. il Conte