— 99 — Forse la poca abilità con cui esso fu redatto e le facili conclusioni che se ne poteano dedurre, determinarono, addì 22 febbraio 1901, il giornale Unione albano-greca, che vede la luce nel Cairo, a pubblicare il seguente Programma: « 1° Fusione in una delle due nazionalità albanese e greca.— 2° Integrità dei territori delle nazionalità predette.— 3° Riunione dei vilayets di Janina, Monastir, Kossovo e Skutari in uno solo, con unica amministrazione generale, affidata ad un Vali, assistito da un consiglio composto di elementi greci e albanesi.— 4° Formazione di una milizia nazionale, composta esclusivamente di Albanesi e di Greci. — 5° Istituzione di scuole nazionali per l’insegnamento dell’ albanese e del greco. — 6° I compatriota ortodossi resteranno sotto V autorità spirituale del Patriarcato di Costantinopoli.— 7° Sarà fatto il possibile per rendere saldi i legami di amicizia che esistono fra i due popoli fratelli. - 8U Si fonderanno Fraternità Albano-greche ovunque si parlino le due lingue. 9° Lavorare per essere degni della protezione dei popoli civili d'Europa che hanno simpatie per i diritti incontestabili delle nazioni oppresse.— 10u La stampa deve essere libera per illuminare l’opinione pubblica in Albania. » Or da tutti questi dieci articoli si raccoglie a piene mani l’intento maligno di far penetrare anche ufficialmente armato 1’ elemento g'reco, là dove finora non è gli stato possibile affatto cogl’intrighi, cioè a Skutari, a Monastir ed a Kossovo; come pure quello ancor peggiore di scindere, con la scusa religiosa, gli ortodossi dai cattolici e dai musulmani, facendo credere che i primi sono greci e non albanesi; ed infine quello stranissimo di accomunare le sorti di due popoli del tutto diversi e stranieri l’uno all’altro, per far soggiacere l’albanese a quello greco, che non mancherà di sfruttargli l’energia, la forza, il coraggio e special-mente il territorio, in base alla fusione di cui al primo articolo, e a dispetto della integrità proclamata nel secondo. Questo programma è, senza dubbio, più iniquo che il precedente appello, poiché se, da una parte, si fonda sul presupposto che nella penisola balkanica ci siano ancora dei Greci in gran massa compatta soggetti al dominio turco , e che in Albania vivano due popoli di nazionalità diversa, cioè il greco, di religione ortodossa, e 1’ albanese, di religione cattolica o musulmana ; dall’altra, col termine vago di nazionalità, si studia d’ ingenerare una premeditata confusione, che però non riesce a nascondere per nulla il fine ultimo e capitale di voler incorporare tutta l’Albania al regno greco. Ma già fin dai primi momenti della loro indipendenza i Neogreci, non contenti di essere saliti alla dignità di libera nazione, si studiarono di attirare a sè gli Albanesi che, con aiuti validissimi avevano contribuito, a preferenza degl’istessi interessati, a far trionfare l’insurrezione, dovuta affatto alla poderosa inizia-