— 518 — che sono lontani da voi, sembrerà che il governo vi usi speciali trattamenti e vi lasci le armi, perchè siete musulmani; e quantunque anche i cristiani che sono qui siamo armati al pari di voi, pure P Europa non sa nulla di ciò e crede che voi non andiate d’ accordo con i cristiani Albanesi. Quanto il governo ha fatto, è stato costretto a farlo dalla necessità; ora il governo dimentica tutto ; le imposte ve le ha condonate ; circa le persone che voi reclamate, si è pubblicato un iradé che ne ordina la liberazione ; Shemsi Pascià il bosniaco è stato mandato altrove. Or se, in base a quanto io oggi vi assicuro, voi mi giurate di non fare nulla contro il Governo e contro il Sultano, sta bene ; in caso contrario, conviene che sappiate che il Governo sarà costretto a cedere questi territori, in parte al Montenegro e in parte alla Serbia; come fu fatto per Dulcigno e per altri luoghi. Or fate come vi piace ! Questo Shakir Pascià ha studiato in Germania ed è quindi maestro in ogni genere d'intrighi; da tre anni è Vali, a Scu-tari, prima, ora ad Uskyp, e ben conosce quindi i modi di intimorire e d'ingannare gli Albanesi. Sulejman Aga Batusha e altri credettero a tali parole e cedettero Ora Shakir Pascià cerca di lusingarli, affinchè vadano a Costantinopoli, per far cosa grata al Sultano e perchè ivi saranno compensati di tutti i danni! Con queste chiacchiere egli è giunto a trarli in inganno... Un telegramma da Costantinopoli ci fa sapere che il governo ha ritirata la parola data agli Albanesi e che ha disposto che Shemsi Pascià resti comandante a Mitro vi jza. Il Governo Haldupo di simili porcherie ne ha sempre commesse, ed ora concede un tal genere di riforme agli Albanesi. Ma non è più tempo per tali astuzie volgari; perchè ora i piedi gli tremano e presto egli agiterà la coda per l’ultima volta! » Nello stesso tempo, e precisamente ai primi di febbraio, a tutti i conoscitori di cose balkaniche parve che fosse possibile di nuovo un conflitto turco-bulgaro e che i Comitati dovessero ripigliare la loro azione, come per altro non ne facevano alcun mistero nè Sarafoff, nè Guerdjkoff, nè Zonceff, nè gli altri loro compagni, malgrado che ai primi due lo stesso Ricciotti Garibaldi avesse chiaramente detto che la guerra di bande non poteva essere che il contorno, il complemento delle vere e risolutive operazioni di guerra, eseguite da un nucleo compatto, avente la possibilità di quando in quando di riunire i suoi sparsi elementi, per piombare in massa unica sul nemico e determinare su di esso un effetto morale disastroso. Ma la Russia affrettossi a manifestare alla Bulgaria la decisa volontà di non permettere che alcuno tentasse d’approfittare degl’imbarazzi in cui essa trovavasi, ed ottenne tosto dal governo di Sofia il formale impegno che esso avrebbe fatto di tutto per evitare ogni motivo di questione con la Turchia; sicché da allora