— 333 — vamente applicabili ed applicate quelle fonti ufficiali a cui risalgono e su cui si modellano i rapporti internazionali, rispetto alla questione balkanica ? » Pochi giorni prima, in un articolo di fondo assai importante, ma unilaterale, perchè informato alla più pura slavofilia, lo stesso giornale cosi scriveva : « Quando la diplomazia europea , senza muovere un sol passo per impedire 1’ eccidio, vide compiersi i massacri d’ Armenia e Guglielmo Gladstone , in un sublime impeto di sdegno, chiamò Abdul Hamid il grande assassino, parve per un istante che la coscienza di tutti i popoli civili si rivoltasse nauseata ed indignata; ed avemmo allora la rifioritura di una crociata intellettuale contro la Turchia; vedemmo risorgere, fosca di sanguinosa attualità, la questione d’Oriente in tutte le sue facce multiformi. Gli effetti di questa reviviscenza storica si fecero sentire più tardi, quando, nella guerra greco-turca, accorse, a sostegno della vecchia e gloriosa idea ellenista, il fiore della gioventù latina, anelante di battersi per un sogno e per un raggio d’ideale, contro la prepotenza della barbarie musulmana. Oggi, o noi c’inganniamo, o si maturano nel prossimo oriente avvenimenti tali, che dovrebbero preoccupar seriamente le potenze interessate nei Balkani; poiché da essi potrebbe nascere quella temuta conflagrazione , per evitar la quale la diplomazia europea si è rassegnata a tante transazioni e a tante viltà. Non parliamo dello stato d’animo del Sultano: egli è talmente ossessionato dalla paura, che ha sentito il bisogno di scrivere all'imperatore di Germania, —il quale sembra che abbia definitivamente assunta la funzione di protettore della Sublime Porta, —denunziandogli i moti di Albania, i moti di Macedonia, ed esprimendogli il timore che essi non possano, da un momento all’altro, rivolgersi contro la integrità dell’impero ottomano. Guglielmo II gli ha risposto rassicurandolo completamente, e pare a noi che queste assicurazioni non siano state fatte soltanto pro bono pacis, ma corrispondano esattamente alla realtà. Per ciò che riguarda la situazione della Turchia nella questione balkanica, essa potrebbe e dovrebbe intendere che nessuno Stato balcanico è menomamente intenzionato di offenderla o di peggiorarla; se il Governo dell’Yldiz-Kiosk sapesse intendere questo, esso dovrebbe affrettarsi a dirimere quelle ragioni di conflitto che esso stesso crea, o per ossessione di paura, come quando devasta la Macedonia, arresta, processa ed uccide Bulgari, per timore del Comitato macedone, o per mancanza di autorità sui suoi stessi dipendenti... Per ciò che riguarda la Macedonia, la situazione non è migliorata, nè peggiorata. Il Governo bulgaro, animato dalle migliori intenzioni verso la Turchia, non tralascia di farle nuove dichiarazioni di loyalism; divenuto meno intemperante il Comitato macedone, la questione potrebbe dirsi temporaneamente sopita, ove non lavorasse a tenerla desta la violenza e la ferocia delle autorità turche, dedite sempre ad un’opera