— 394 — Bulgaria, che, a suo dire, giuocava una partita doppia, col mostrarsi avversa ai ribelli e col favorirli di nascosto, reclamava lo intervento della Russia presso il Governo di Sofìa, onde dar prova che le feste di Scipka non aveano avuto lo scopo di diventare un appello alla rivoluzione; e la Porta comunicava alle Potenze una Nota tendente a sollecitare i loro buoni uffici , onde indurre la Bulgaria a non prestarsi alle mene dei Comitati , ove mai non avesse voluto esser dichiarata responsabile di ciò che avveniva e che avrebbe potuto avvenire in seguito. Allora si sparse la nuova che la Russia, la quale concentrava a Burgas la flotta del Mar Nero, con la scusa dello svernamento, era decisa d’impedire il trionfo deg’li elementi rivoluzionarii, pur essendo convinta che la Porta non avrebbe potuto vincere da sè l’opposizione dei musulmani e le diffidenze dei cristiani circa le riforme che diceansi allo studio; anzi da Pietroburgo si assicurò per fino che, durante il soggiorno del Granduca Nicola a Costantinopoli, si era concluso un accordo per cui, date certe eventualità, la Russia avrebbe mandato un corpo d’esercito in Macedonia, per aiutare il Governo turco nell' introduzione dei nuovi ordinamenti amministrativi, e che una commissione turco-russa era già stata istituita, a fine di sorvegliarne la più rigorosa e immediata applicazione, prima di ricorrere all’ intervento armato, che sarebbe cessato col pieno accordo della Francia, dell’Italia e della Germania , appena una commissione internazionale di controllo avesse constatato che il paese era pacificato davvero. Speravasi in questo modo di mantenere lo statw quo e di togliere di colpo tutte le aspirazioni egoistiche degli Stati balkanici. Ma lAustria la pensava assai diversamente, e facendo nascere dei fondati timori di conflitti internazionali , concentrava nuovi reggimenti nella Bosnia e a Novi-Bazar, spediva ivi nuove batterie da montagna e lasciava comprendere nel miglior modo, che avrebbe proclamata 1’ annessione definitiva di quest’ ultimo san-g'iaccato e che si sarebbe avanzata su altri territorii, appena che la Russia , anche col consenso della Turchia e di altre Potenze, avesse fatto un passo qualunque per occupare temporaneamente la Macedonia e il vilayet di Kossovo, dove frattanto avvenivano i soliti incidenti di frontiera fra Albanesi e Serbi, privi però affatto di tutta quella importanza che voleano attribuirvi ad ogni costo le agenzie interessate. Per fortuna 1’ azione di Jankoff e di Nikoloff non fu diversa da quelle che, fin dal l‘895, solevano ripetersi ad ogni anno, quasi ad epoca fissa; e ciò per varie cause che furono rilevate da uno splendido articolo dal Corriere della Sera di Milano e che si possono riassumere a queste, cioè: stagione inoltrata e quindi poco propizia; mancanza assoluta di denaro e di armi nella popolazione; diversità d’intenti e ostilità fra il Comitato di cui Jankoff era