— 367 — razza, procedono di pieno accordo nella lotta, animati da identici interessi nazionali. » Mentre non solo in Serbia, ma in tutta l’Europa orientale ed occidentale, senza alcun riserbo e senza alcun rispetto, continuava a discutersi su per i giornali intorno alla successione di Re Alessandro; mentre v’era chi compiacevasi del disaccordo ancora apparente fra la Russia e 1’ Austria circa la questione balkanica; mentre v’era ancora chi cullavasi nella speranza che la diplomazia italiana e russa avrebbero fatto di tutto per creare un’alleanza serbo-bulgaro-montenegrina, come unico mezzo per assicurare durevolmente la pace nei Balkani; l’Arciduca Francesco Ferdinando d’Este, Principe ereditario austriaco, recavasi a Pietroburgo, col compito di svolgere, nei suoi colloqui con lo Czar, questi argomenti : 1. Se e in quanto fosse modificabile 1’ accordo del 1897; 2. Se la Russia appoggerebbe e non impedirebbe all’Austria l’annessione definitiva della Bosnia e dell’Erzegovina; 3. la questione dinastica serba; 4. la questione dell’Albania. Nello stesso tempo 1’ Information assicurava che i governi di Pietroburgo, di Vienna e di Roma stavano trattando per sistemare di comune accordo le più g'ravi questioni balkaniche, in guisa da eliminare per l’avvenire qualunque ragione di conflitto fra i tre Stati, anche se avvenissero delle insurrezioni in Albania , od altrove. Or è vero che la Neue Freie Presse, intorno al viaggio dell’Ar-ciduca, dichiarava ch’esso non era da considerarsi quale sintomo di un nuovo indirizzo politico nei due paesi, ma solo quale segno che l’armonia e l’intesa stabilite nel 1897 perduravano ancora, e che quindi non vi si poteva riscontrare nè una risposta all’ accordo franco-italiano, riguardo alla Tripolitania, nè un monito alla Germania, per la progettata tariffa daziaria, e molto meno un passo atto a ledere la compagine della Triplice; è vero altresì che i giornali ufficiosi dell'uno e dell’altro Impero affettavano di non attribuire alla visita altro scopo che quello di rinsaldare maggiormente i vincoli di simpatia fra le due Dinastie; però le Novosti vi scorgevano un fatto politico della più alta importanza; poiché il riavvicinamento fra i due paesi compìvasi sotto una costellazione politica che ne aumentava immensamente il significato; e lo Szobobzan di Zagrabia proclamava : « Sia qual si vog’lia lo scopo di questa visita, gli amici dello slavismo e del serbismo non devono averne ombra di sospetto. Innanzi tutto non va dimenticato che essa avviene mentre le cose balkaniche sono quali devono essere , cioè alla vigilia di rispondere ai desiderii della politica slava e serba, » Parecchi mesi più tardi, da fonte russa , si apprese che fra l’Austria e la Russia, contrariamente a quanto si era affermato prima, esisteva un vero patto scritto determinante con esattezza l’azione delle due Potenze nei Balkani, e che era stato preceduto