— 304 — sitori italiani; gi’impiegati dell’agenzia mostrano e spiegano ai negozianti albanesi queste collezioni di campioni, facendo da in-termediarii per le loro ordinazioni. Inoltre è da rilevarsi che tren-tadue ditte esportatrici lombarde e piemontesi hanno inviato l’anno scorso in Albania un viaggiatore collettivo, il quale si occupa ora della formazione d’un consorzio di industriali e fabbricanti , per curare specialmente l’importazione e l’esportazione. Il ministero italiano delle poste e dei telegrafi ha istituito a Scutari un ufficio postale italiano, il quale non solo fa il servizio postale per le lettere, ma anche il servizio per pacchi postali, ecc. Con questi ultimi servizi si spera di dare al commercio italiano in Albania speciale impulso. Gli articoli, nei quali la concorrenza italiana è più sensibile, sono : filati di cotone, corame, specialmente non conciato per la confezione di opanche , cioè scarpe di quelle popolazioni rurali, carta, carta d’ impacco, candele, saponi, materie di tintoria, droghe e medicinali. L’Italia domina anche nell'importazione della seta cruda, farina, vasellame di terra cotta e di maiolica. » Ciò prova che la propag-anda italiana in Albania, come rilevava il Piccolo di Trieste, da qualche tempo si era fatta più pratica, più efficace e più pronta. In quel tempo le scuole italiane aveano raggiunto un numero di allievi di poco inferiore a quello delle scuole austriache, abbandonate alla direzione dei gesuiti, de’fran-cescani e delle stimmatine che, per lo più essendo di nazionalità italiana , in lingua italiana erano costretti a parlare e ad insegnare, contribuendo, loro malgrado, a rendere più efficace l’azione italiana che, per tanto, avea potuto ottenere risultati insperati. Ma da questo a quanto venne pubblicato dall 'Observer di Londra, nel mese di agosto, c’era una grande differenza. « L’Italia, si legge in quel giornale, sotto il regno di Vittorio Emanuele III e l’attuale ministro degli affari esteri, spiega e svolge ne’riguardi internazionali una straordinaria attività. Il viaggio del Re a Pietroburgo è stato il preludio di un nuovo aggruppamento degli Stati europei. I discorsi dei due sovrani in quell' occasione somigliano singolarmente a quelli scambiati dallo Czar col signor Loubet. Nessun accenno vi è in essi alla Triplice, la quale è stata rinnovata principalmente per ragioni economiche , ma non contiene più nulla di che possano dolersi la Francia e la Russia. La rivalità dell’Italia spicca di fronte all’Austria sempre più chiara. Ultimato l’organamento dello Stato, l'Italia tende ora ad allargare la sua influenza fuori di casa, ed in ciò il Re e l’onorevole Prinetti, uomo energico e fattivo, sono i suoi migliori e più fervidi coadiutori. L’ Italia tende ad allargare la sua influenza particolarmente in Turchia, ritornando così, per la legg’e fatale dei ricorsi storici, alla politica della Repubblica Veneta, che dominava l’Adriatico, dai monti della Dalmazia e deH'Albania e dalle isole dell'arcipelago. La meta di Tripoli potrà essere facilmente raggiunta dall’Italia; non così quella dell’ Albania, dove l'Austria ha