— 510 — pria; ma, in questo caso, essa dovrebbe agire da sola, ed il momento attuale sarebbe male scelto per fare una dimostrazione in questo senso. Certo non si fu mai cosi vicini ad ottenere un risultato soddisfacente; ma ove mai questo risultato non fosse raggiunto, la Camera avrebbe diritto di spingere il governo ing-lese a proporre riforme energiche e complete. » Dichiarazioni simili e in forma più decisa furono fatte, il giorno 28 marzo, alla Camera dei Comuni, dal conte Percy, segretario parlamentare per gli affari esteri, analogamente al concetto espresso anche dal marchese Lansdowne, cioè che pur non risparmiando alcuno sforzo per rendere più completo che fosse possibile il piano di riforme austro-russo, l’Inghilterra si era riserbata la sua piena libertà d’azione, per proporre delle misure della più grande portata, se quel progetto non dovesse produrre 1’effetto desiderato. La consistenza reale del concerto europeo, ai primi del mese di febbraio, fu così tratteggiata da me sul Flamwri : « Il giorno 5 di questo mese il Ministro comune per gli Affari Esteri dell Austria-Unglieria dichiarò a Vienna che, non avendo • scopi di conquista nella Penisola Balkanica, l’Austria e la Russia sono d’accordo nel mantenere lo statu quo, e nell’applicare le riforme stabilite fra i due imperatori a Miirzsteg, quantunque non siano da trascurarsi tutte le difficoltà che bisogna superare ogni qualvolta in Turchia voglia farsi qualche novità. Disse inoltre che finora qualche cosa si è fatta e che, per quanto i Comitati macedoni non accennino a frenare la loro attività e facciano prevedere una loro nuova azione prossima, nel dubbio che le riforme non saranno applicate, pure non v’ha alcun motivo di preoccuparsene, non essendo facile che per ciò debbano sorgere delle-complicazioni. S. E. aggiunse che, se l’opera delle riforme verrà compiuta, la calma sarà ristabilita e non vi sarà più pericolo di sorta; ma fece notare che se gli avvenimenti si svolgeranno diversamente, in tal caso l’Austria non ha un accordo concreto con la Russia, poiché non era possibile che si prevedessero esaurientemente tutte le eventualità. Ammoni infine i popoli balkanici a restarsene quieti, essendo questo il desiderio dell’Austria e della Russia, le quali sono decise a rimanere nel più stretto accordo, ad agire di concerto in ogni evento, ed a fare tutto ciò che sarà necessario per impedire gravi complicazioni. I circoli politici russi, in previsione della guerra, che con tanta violenza è scoppiata ora col Giappone, si mostrarono molto soddisfatti di tali dichiarazioni, e affermando che l’accordo austrorusso ha tolto al Governo di Pietroburgo qualunque preoccupazione relativamente alla Penisola balkanica , giunsero perfino a dire che l’Austria è in grado di sedare da sola qualunque tentativo di disordini in quelle regioni ! Chi ha seguito con attenzione gli avvenimenti, a cominciare