— 236 — quisto dei territori della Penisola balkanica, accampandosi solidamente alle porte dell’Europa centrale, acquisterà tale preponderanza e spiegherà tale influenza, da annientare le tendenze liberali e da reprimere ogni tentativo di redenzione dei popoli. Dopo il fatto doloroso di Aspromonte, naturalmente ogni cosa andò a soqquadro ; ma l’Eroe leggendario , sintesi della grande anima del popolo, non cessò mai dal mostrare il suo affetto e il suo interessamento per gli Albanesi, come appare anche da questo tratto di una lettera che, nel 1864, scriveva a Dora d’Istria: « La causa degli Albanesi è la mia; certo io sarei ben felice d’impiegare quanto mi rimane di vita in prò di quel prode popolo. La diplomazia europea, che pesa*sulla Questione d’Oriente, non vuole insurrezione; ma se questa succedesse, la diplomazia accetterà non solo i fatti compiuti, ma sotto la pressione dell’opinione universale dei cristiani, essa dovrà anche favorirli. » A questi criteri ispirasi dunque la propaganda italiana in Albania, se pur si può dire che una propaganda italiana ivi si faccia; né credo che ci possa essere chi, per avventura, voglia biasimare il Gabinetto di Roma, anche ove qualche cosa in questo senso ivi permetta che si operi; molto più che, come ben rilevava Cristoforo Negri moltissimi anni addietro, essendo l’Egitto col Canale di Suez caduto in mani ing-lesi, e Tunisi in mano della Francia, se l’Austria procederà dalla Dalmazia in Albania , all’ Italia mancherà presto, nel bel mezzo del Mediterraneo, perfino l'aria da respirare. Ma le voci d’ ipotetici ed assurdi intrighi italiani in Albania non hanno altro scopo che quello di sviare l’attenzione generale dagl’intrighi veri e reali che, da gran tempo, altri ordisce, e di suscitare la diffidenza e il sospetto contro i veri Albanesi d’Italia, che in ogni tempo si sono adoperati per far nascere, per disciplinare e per rendere duraturo ed efficace il movimento nazionale, adottando la formula più concreta e indicando i mezzi più adatti a svolgerlo. Che in quest’ ultima affermazione non ci faccia velo un certo amor proprio, lo desumiamo dal fatto che nessuno, tranne qualche invido tristanzuolo, ha potuto negare 1’ importanza e 1’ efficacia dell’azione nostra, per quanto le maligne insinuazioni dei nemici d’Italia e dell’Albania siano talora riuscite a gittare su di essa una luce che vorrebbe essere sfavorevole e ad offuscare quindi il giudizio di chi attinge, anche in buona fede, le sue notizie e ricava lo proprie impressioni da fonte sospetta; come appare dalle seguenti parole che la Biirsen Zeitwng di Berlino scriveva nel 1898, in seguito a rapporti ricevuti da persone che essa definisce degne di fede: « L’agitazione in Albania in favore dell’Italia si va facendo sempre più intensa e attrae l’attenzione degli uomini politici sulle sue origini, che vanno quindi cercate. È dall'Italia che fu gittata la scintilla della propaganda nazionale in Albania. Numerosi emissari si affaccendano a farne scaturire la viva fiamma. L’anima di questa propaganda è il presidente della Società na-