— 327 — cato, d’accordo col capo della Chiesa russa, pervenne a rendere vana l’opera abilmente condotta già a buon porto dal Petrovic, console austriaco di Vallona, il quale, a quanto si affermava, era giunto a determinare alla conversione tutti gli abitanti dei villaggi di Paftali nel distretto di Berat. La stessa cosa, su per giù, era avvenuta alquanti mesi prima a Spati, presso Elbassan, i cui principali cittadini, preoccupati degl’ intrighi greci e slavi, aveano deliberato di pregare il Papa ad accoglierli nel grembo della sua Chiesa. La richiesta era stata subito accolta e il console austro-ungarico, per incarico ricevuto da Roma, erasi recato sui luoghi, e avea fatto sottoscrivere una dichiarazione, per mezzo della quale gli Spatioti obbligavansi a persistere nel loro divisamento; quando accorse il console russo, che potè sconvolgere ogni cosa, facendo per fino disdire alcuni di coloro che più s’erano adoperati in tale faccenda, e che si affrettò a far mandare ivi parecchi preti greci e a far aprire due nuove scuole greche a Valesch e a Shelzan, mentre la Turchia, per far concorrenza all’ellenismo, ordinava... l'istituzione di ben diciasette delle così dette scuole turche ! Per tanto la Petersburkia Vieclomosti, nei primi di ottobre del 1901, invitava il Governo ad aprire gli occhi sulla larga propaganda cattolica che facevasi in Albania, e accusava l’Austria di appoggiare palesemente il movimento , popolando la regione di preti e di suore e danneggiando così la Russia, protettrice degli ortodossi. « Agenti segreti , concludeva quel giornale , lavorano nascostamente per l’Austria e preparano la sua marcia su Salonicco. Bisogna che il Governo russo, convinto dei suoi doveri, si opponga con tutte le forze ad una propaganda che nuoce evidentemente ai suoi interessi. » Il contegno dell’Austria verso tutti gli Stati balkanici in quel tempo era di provocazione e di rappresaglia, e ciò giovava sempre più all’influenza russa, malgrado che YAllgemeine Zeitung si compiacesse perchè la tendenza di tutte le Grandi Potenze europee verso l’Asia avea esercitato un grande effetto sulla politica della Monarchia d’Absburgo, nel senso che, cadendo in dimenticanza l’Oriente europeo, per l’entrata dell'estremo Oriente nel movimento politico contemporaneo, diventava priva d’ogni interesse la questione del successore degl’imperatori bizantini ; tanto che nessuno si curava degli scontri al confine fra le guardie serbe e quelle turche, nè di quelli fra Albanesi e Montenegrini. « Lo stesso accordo austro-russo, aggiungeva il giornale ufficioso, si può considerare un effetto delle tendenze dei Russi verso l'Asia; sicché, quanto più la Cina entra in prima linea , tanto più la Turchia passa in secondo posto... La Cina è divenuta il nostro parafulmine politico. » Per quanto però qualclie cosa di vero si possa rilevare dalle parole sopra riferite, pure non è da trascurarsi il fatto che, nello