— 487 — fosse un fatto compiuto s’imporrebbe diplomaticamente alle altre Potenze europee. « Purtroppo 1’ essersi abbandonati completamente nelle mani della Russia e dell’Austria rende ora più difficili quei passi, che in principio avrebbero trovato il terreno più sg-ombro. Ma bi-segua considerare che la passione macedone involge sotto certi aspetti tutta la quistione d' Oriente; e che l’Austria e la Russia non possono rappresentare l’Europa in un problema in cui sono troppo direttamente interessate per conto proprio. « L’Italia aveva il dovere di iniziare un’ azione complessiva delle Potenze; ed è ancora a lei che spetta essere attenta ed attiva e tener deste le Potenze occidentali sui problemi balcanici.» L’impressione che ne ebbero gli Albanesi é rispecchiata perfettamente nella seguente intervista con Giafer Effendi Breshtani, apparsa sul Mattino di Napoli nel n. 27-28 ottobre: « La Russia e 1’ Austria , accordandosi tra loro per redigere questa nota, sono perfettamente convinte ch’essa rimarrà lettera morta, come rimasero tutte le platoniche proteste presentate alla Porta dalle potenze firmatarie del trattato di Berlino, da un venticinquennio. I due imperi che più delle altre potenze aguzzano appetiti formidabili sulla penisola balkanica, non possono appunto per tali appetiti, suscitanti profonde gelosie, desiderare che sia radicalmente mutato l’attuale stato di cose nella Turchia europea. La loro recente decisione di suggerire quelle riforme che il concerto europeo non potè mai ottenere, mentre è a danno del concerto europeo stesso, perchè ha 1’ aria di prendere la mano alle altre grandi potenze, si risolve praticamente in una cosa utile per la Russia e l’Austria, si converte in un aumento di credito di questi due avidi colossi sulle popolazioni indigene. Ma in realtà, nessun desiderio è in Austria come in Russia, di sollevare di molto lo stato miserando così dell'Albania come della Macedonia. La Turchia , naturalmente, seconderà con gioia le loro segrete mene: vale a dire, o non farà nulla, o in fondo farà di peggio, per tenere più strette nei ceppi le popolazioni. « Per noi Albanesi una vera quistione macedone non esiste: esiste una questione di viva disparità, di spaventevole attrito, fra le antiche popolazioni della Balcania e i turchi, che sono rimasti sempre dominatori e oscurantisti. « Quella che si chiama pomposamente insurrezione macedone non è che un fenomeno dell’ag'itazione generale degli spiriti oppressi in tutta la Turchia. I macedoni, in fondo, chi sono ? Sono in maggioranza albanesi: le turbe più umili e importate in quella regione sono bulgari, serbi, valacchi, ma chiamatevi, come gli antichi iloti, a lavorare la terra; sono i veri servi della gleba. Le loro condizioni sono però veramente lacrimevoli; ma anche i proprietari, gli albanesi e i turchi stessi, non versano in migliori -condizioni, premuti come si trovano e dissanguati da un esoso,