— 132 — che nelle scuole italiane s’insegna il catechismo due volte alla settimana, e lo pregavano che, per sua quiete, vi mandasse un catechista sacerdote , come ne lo avea già pregato il R. Console d’Italia, appena le ebbe istituite; lo assicurarono finalmente che nelle scuole governative italiane di Scutari non v’era nulla che ledesse la religione o la morale, e gli promisero che tutti avrebbero negata la loro simpatia alle medesime, qualora in avvenire vi si insegnassero dottrine contrarie alla fede e alla morale. Messo alle strette, egli cinicamente scusavasi col dire che, contrariandolo, si mostrava dell’ingratitudine contro l’Austria e che questa ne veniva offesa. Tale esito era da prevedersi, poiché l’Arcivescovo, suddito austriaco, sostiene ovunque gl’ interessi dell’Austria; senza badare se ciò arrechi pregiudizio alla religione e al pubblico bene. Similmente non faccia meraviglia se i Gesuiti e i Francescani di Scutari, tutti sudditi italiani, condividano le idee dell’Arcivescovo; perchè ciò dipende da deferenza alla pagnotta austriaca. Fa meravìglia invece che il Congresso linguistico albanese d'Italia abbia tanto urtato i nervi a questo Console austro-ungarico e all’Arcivescovo di Scutari, da far loro anticipare la guerra contro le scuole italiane, prima che S. S. avesse sanzionato il Concilio di cui sopra. Resa così inutile ogni speranza di accordo, e vedendosi malmenati ognor più e neg’ati i Sacramenti, in odio alle scuole italiane; molti cittadini di Scutari fecero ricorso al Papa, in data del 10 settembre ultimo scorso. Il Papa però non si è pronunciato ancora in verun senso. Egli certo deve trovarsi in una posizione difficile; perchè, dando torto ai ricorrenti, si mostrerà ingiusto e ne scapiterebbe il suo prestigio; dando loro invece ragione, il governo italiano ne gioirà, l’Austria terrebbe il broncio e ne sarebbe umiliato l’Arcivescovo. È cosa straziante per ogni buon cristiano intrattenersi di fatti che ridondano a disdoro della Chiesa cattolica. Ma l’amor di patria consiglia tutti a svelare quanto si trama, in nome della religione, contro il benessere dell’Albania, già tanto oppressa dal turco. Qui si ritengono scomunicate le scuole governative italiane e vi si nega l’accesso ad un sacerdote catechista; invece in altre parti deH’Albania, cioè a Prevesa, a Yallona e a Giannina, sacerdoti cattolici esercitano il magistero d’insegnanti italiani. Come va che in altre partì d’Oriente preti e frati fanno da catechisti nelle scuole italiane ? Come va che un canonico fa parte della deputazione scolastica di una scuola italiana a Corfù ? Come va che 1’ Osservatore romano, organo del Vaticano, ha più volte encomiato il fine per cui furono istituite le scuole italiane in Oriente, e ha soggiunto che ivi c’è posto per tutti V Davvero sarebbe una grande calamità per Skutari se, trionfando la politica austriaca, vi sì dovessero sopprimere le scuole italiane, che un giorno potrebbero essere 1’ anello di cong'iunzione fra le Colonie Albanesi d’Italia e l’Albania...» La stampa austriaca non fa più misteri sulle ambizioni espan-